Ci sono già stati casi di occidentali che lasciano il proprio paese per volare in Siria a combattere a fianco dei ribelli islamici, soprattutto le milizie più radicali e vicine ad Al Qaeda. Era successo a un ragazzo genovese, ad esempio, che in Siria c’è anche morto. Sta succedendo adesso che diversi islamici cresciuti in paesi occidentali sentano adesso il richiamo della guerra santa. L’ultimo caso è quello di Anas El Abboubi, vent’anni, vissuto in provincia di Brescia da quando aveva meno di un anno, dunque italiano praticamente a tutti gli effetti. Qualcuno lo aveva anche soprannominato l’islamista rap dato che spesso dava prova di comporre versi – sempre inneggianti ad Allah – in stile appunto rap. Il giovane però mostrava da tempo spiccate simpatie per il fondamentalismo di marca terrorista tanto che lo scorso mese di giugno era stato fermato dalla polizia per frasi che ineggiavano appunto alla guerra santa scritte sui social network. Era stata poi rilasciato senza accuse. Poi un nuovo arresto quando si era scoperto che insegnava sulla Rete come costruire bombe alla nitroglicerina e faceva pubblicità al noto imam estremista Anwar Al Awlaki. Con queste credenziali da ottobre, dopo un mese di carcere, aveva fatto perdere le sue tracce anche ai genitori con un ultimo post in data 10 ottobre. Si è rifatto vivo in quella data su facebook postando una sua foto dalla Siria dove imbraccia un’arma, dicendo di trovarsi in un campo di addestramento vicino ad Aleppo. Il ragazzo ha lasciato anche una sorta di testamento spirituale dove dice che la società occidentale è malata, decadente, dove le donne sono educate alla nudità e cose del genere. Dato illungo silenzio dopo quel post, si pensa anche che possa essere stato ucciso in combattimento.