Come ogni domenica, anche oggi Papa Francesco sarà in piazza San Pietro a Roma dove alle ore 10.30 celebrerà la Santa Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana, seguita dalla preghiera dell’Angelus. L’evento sarà come sempre visibile in diretta streaming grazie al servizio offerto dal Centro Televisivo Vaticano. Nel corso della settimana il Santo Padre, parlando ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali, ha rinnovato il suo accorato appello affinché i cristiani possano vivere in pace soprattutto in Siria e in Terra Santa. Le comunità cristiane in Medio Oriente, infatti, “subiscono in maniera particolarmente pesante le conseguenze delle tensioni e dei conflitti in atto” e vivono come “piccolo gregge in ambienti segnati da ostilità, conflitti e anche persecuzioni nascoste”. La Siria, l’Iraq, l’Egitto e la Terra Santa, ha sottolineato il Pontefice, “talora grondano di lacrime”. Ecco dunque il suo forte messaggio e la sua preghiera: “Il Vescovo di Roma non si darà pace finché vi saranno uomini e donne, di qualsiasi religione, colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla sopravvivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati. Oggi, insieme ai Pastori delle Chiese d’Oriente, facciamo appello a che sia rispettato il diritto di tutti ad una vita dignitosa e a professare liberamente la propria fede. Non ci rassegniamo a pensare il Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù, inseriti quali cittadini a pieno titolo nella vita sociale, culturale e religiosa delle nazioni a cui appartengono”. Papa Francesco si è dunque rivolto “a tutta la Chiesa” per “esortare alla preghiera, che sa ottenere dal cuore misericordioso di Dio la riconciliazione e la pace. La preghiera disarma l’insipienza e genera dialogo là dove il conflitto è aperto. Se sarà sincera e perseverante, renderà la nostra voce mite e ferma, capace di farsi ascoltare anche dai Responsabili delle Nazioni”. Bisogna inoltre fare “tutto il possibile” affinché “gli auspici conciliari trovino realizzazione, facilitando la cura pastorale sia nei territori propri sia là dove le comunità orientali si sono da tempo stabilite, promuovendo al tempo stesso la comunione e la fraternità con le comunità di rito latino. A ciò potrà giovare una rinnovata vitalità da imprimere agli organismi di consultazione già esistenti tra le singole Chiese e con la Santa Sede”. (scorri la pagina in basso per il video).



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