Lunedì 25 novembre la Chiesa festeggia una schiera molto nutrita di santi e beati. In questa giornata si celebrano infatti i beati Andrea de las Heras, Elisabetta Achler di Reute, Giacinto Serrano Lopez e i santi Audenzio di Milano, San Mercurio di Cesarea di Cappadocia, San Mosè di Roma, San Pietro d’Alessandria, solo per citarne alcuni. Ci fermiamo proprio ad Alessandria d’Egitto per porre la nostra attenzione sulla santa di cui vogliamo raccontarvi la storia: Santa Caterina d’Alessandria, vergine e martire. Questa santa di cui in realtà si sa molto poco, è vissuta nel III – IV secolo e la sua nascita sarebbe avvenuta nel 287 mentre la sua morte risalirebbe al 305. Le notizie che abbiamo ci arrivano tutte da scritti posteriori di diversi secoli agli anni in cui la diciottenne è vissuta e, molte volte, si confondono con la leggenda e la tradizione popolare, perché questa figura è molto conosciuta e venerata non solo in Egitto. Secondo la tradizione era una giovane e bella fanciulla di Alessandria e, addirittura, secondo la Legenda Aurea, la collezione di vite di santi scritta nella seconda metà del XIII secolo da Jacopo da Varazze, era figlia di re e istruita fin da bambina nelle arti liberali. Non a caso, infatti, è patrona di filosofi e studenti, oltre che di sarte, mugnai, ceramisti e cartai. La sua storia ci parla di un terribile martirio che Caterina dovette subire per non aver voluto rinnegare la sua fede in Gesù Cristo. La giovane venne condannata a morte da Massimino Daia che, nel 305, venne nominato da Roma governatore di Egitto e Siria. Per l’occasione il nuovo cesare fece organizzare festeggiamenti grandiosi che prevedevano sacrifici animali, come era in uso in tutte le città pagane. Il sacrificio era obbligatorio per tutti i sudditi anche per quelli cristiani, come Caterina. La giovane, però, decisa a non piegarsi a questo ordine, si presentò davanti al sovrano e cercò di convincerlo a riconoscere Gesù e ad abbandonare il culto pagano. Con la sua sapienza e forza d’animo Caterina riuscì anche a persuadere ad abbracciare la religione cattolica un gruppo di retori di Alessandria che Massimino aveva convocato per convincerla ad accettare il sacrificio e a venerare gli dei. Il governatore, naturalmente, non accettò questo affronto e fece, prima, uccidere tutti gli intellettuali e, dopo, chiamò la fanciulla per chiederle di sposarlo, anche perché era rimasto affascinato dalla sua bellezza e intelligenza. Naturalmente lei rifiutò e dopo questo ennesimo affronto Massimino la condannò a morte, una esecuzione che sarebbe dovuta avvenire in un modo terribile: il suo corpo doveva essere straziato da una ruota dentata. Avvenne, però, un miracolo e la ruota dentata non funzionò e così il governatore fece decapitare la giovane Caterina. Secondo la leggenda a questo seguì un altro miracolo: gli angeli presero il suo corpo e da Alessandria lo trasportarono sul monte Sinai dove infatti, vicino alla Montagna di Mosè (Gebel Musa), ce n’è un’altra denominata Gebel Katherin. Successivamente, non si ha una data certa, i suoi resti furono portati nel monastero voluto da Giustiniano e dedicato a lei, che si trova proprio sotto quella montagna. Come dicevamo all’inizio la biografia di Santa Caterina d’Alessandria è molto lacunosa ed incerta, nonostante questo, però, il suo culto è diffuso in tutta Europa ed è venerata sia dalla Chiesa Cattolica che dalla Chiesa Ortodossa e, generalmente, da tutte quelle che hanno il culto dei santi.
Viene identificata, insieme a Santa Margherita d’Antiochia e all’Arcangelo Gabriele, come una delle Voci che hanno ispirato il percorso di fede di Santa Giovanna d’Arco e, proprio in Francia, Santa Caterina è la protettrice degli studenti di teologia e di moltissime confraternite femminili. La sua figura è profondamente legata ai giovani e da lei viene l’appellativo di caterinette che, dalla tradizione francese dove indicava donne da marito, si trasferì a quella torinese dove indicava le giovani sartine che lavoravano negli atelier della città e che, spesso, venivano corteggiate dagli studenti universitari. La memoria liturgica di Santa Caterina nel 2003 è stata ripristinata dopo che dal 1969 la Chiesa la escluse, senza però proibirne il culto, dal Martirologio Romano. Oggi la sua memoria liturgica è facoltativa. L’etimologia del nome Caterina deriva dal greco e significa donna pura. Gli emblemi di questa santa sono la ruota dentata, la palma del martirio, l’anello, gli abiti regali, la corona e il libro. E con tutti questi elementi viene raffigurata in numerosissime opere d’arte.