Ha distrutto due crocifissi in altrettante chiese di Prato, in Toscana, subito prima di darsi alla fuga. Un vandalo, la cui identità non è ancora stata scoperta, ha inspiegabilmente preso di mira i due preziosi oggetti, costringendo la diocesi a disporre la chiusura di tutte le chiese del centro storico. E’ accaduto nella giornata di ieri: il vandalo, probabilmente uno squilibrato, si è dapprima recato nella chiesa di San Pier Forelli, in via del Pellegrino, dove è custodito il crocifisso, andato distrutto, utilizzato agli inizi del ‘700 da San Leonardo da Porto Maurizio, di cui ricorre proprio oggi la festa liturgica (il che potrebbe anche non essere una coincidenza). Non soddisfatto, il vandalo è entrato poco dopo nella chiesa di San Bartolomeo, in piazza Mercatale, dove ha danneggiato un crocifisso di legno risalente al tredicesimo secolo. Al momento sembra che nessuno lo abbia visto in azione, neanche il sacrestano Paolo Calamai che, come riporta il quotidiano Il Tirreno, verso le 12 di ieri ha scoperto il danneggiamento del crocifisso di San Bartolomeo. “Si tratta davvero di una violenza inaudita – ha detto il Vicario generale mons. Nedo Mannucci – Mai si era avuta notizia, almeno dalle nostre parti, di un attacco così violento e reiterato contro i Crocifissi”. La Chiesa di Prato, ha aggiunto mons. Mannucci, “è colpita profondamente al cuore della fede in Gesù morto sulla Croce e risorto. Singolari tra l’altro le coincidenze: ieri la chiusura comunitaria dell’Anno della fede, avvenuta in Duomo; oggi il primo anniversario dell’episcopato pratese del Vescovo Franco Agostinelli; domani, la festa liturgica di San Leonardo da Porto Maurizio, il grande francescano che usò una delle due statue oggi rovinate nelle sue predicazioni”. Infine il Vicario generale ha spiegato che il dolore e la profonda costernazione per quanto accaduto “sono acuiti dal fatto che le due statue lignee così gravemente sfregiate sono tra le opere più care all’antica devozione pratese, tanto che non sembra casuale la loro scelta per questo sacrilegio”.