Il Parlamento del Belgio ha approvato la legge che prevede l’estensione della pratica dell’eutanasia ai bambini nati con gravi handicap e demenze. Il testo, dopo essere stato approvato ieri in Commissione (e a larga maggioranza: 13 voti contro 4), ha visto arrivare il via libero definitivo. Hanno votato a favore tutte le forze politiche del Paese, ad eccezione dei cristiano-democratici francofoni e fiamminghi e del Vlaams Belang, il partito di estrema destra fiammingo. La legge (che ha di fatto legalizzato l’eutanasia nel 2002) prevede ora anche la possibilità di porre “fine alla vita di un bambino, qualora si trovi in una situazione medica senza uscita, in uno stato di sofferenza fisica o psichica costante e insopportabile, e che presenti una domanda di eutanasia”. Sarà chiaramente necessario, oltre al beneplacito dei genitori, il parere di uno psicologo che dovrà riconoscere “la capacità di discernimento” dei bambini che si trovano “in una condizione medica terminale”. A spiegarlo è stato il socialista Philippe Mahoux, uno dei maggiori fautori della legge. Questo il (duro) commento del professore Alberto Gambino, direttore del dipartimento di Scienza Umane dell’Università Europea di Roma: “Secoli di progresso giuridico vanificati con un colpo di spugna in un Paese ‘civile’ della vecchia Europa”. In seguito, aggiunge: “Assegnare un diritto all’eutanasia ad un bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne, in quanto la decisione non è giuridicamente concepibile in capo ad un soggetto minore che è incapace di autodeterminarsi nel compimento di scelte a contenuto legale”. Gambino conclude: “Si tratta di una finzione giuridica dove il soggetto decisore è in realtà un adulto, e questo contrasta con i principi che presidiano le normative europee a tutela dei minori che mirano piuttosto alla protezione della sua vita e integrità fisica e mai alla sua eliminazione”.