Si chiama Remo Sernagiotto, è assessore al welfare della regione Veneto ma forse pensava di vivere nel Texas. Sta di fatto che il politico andava al lavoro tutti i giorni con una pistola calibro 38 infilata nei pantaloni. Lui si è spiegato dicendo di portarla esclusivamente per difesa personale, di avere il porto d’armi regolare e di fare così da trent’anni, da quando come imprenditore aveva ricevuto delle minacce. Dice anche di essere una persona pacifica e che non avrebbe mai sparato contro qualcuno neanche in caso di aggressione, “solo qualche colpo in aria”. Ma in Regione, una volta che la notizia si è diffusa, sono scattate le denunce. E’ un comportamento che viola la legge ha detto il collega assessore alla sicurezza: “C’è anche un problema di legittimità: le leggi di pubblica sicurezza vietano di portare armi nelle riunioni pubbliche o agli eventi in genere”. Il capogruppo del Pd ha diramato una richiesta ufficiale al presidente del consiglio dicendo di vietare a Sernagiotto di entrare nel palazzo della regione fino a quando porterà con sé l’arma. Il quale ha recepito la richiesta dicendo di essere rimasto “esterrefatto” quando ha saputo della cosa: non deve più succedere ha detto.