“Chi sa parli, vogliamo giustizia. Lo dobbiamo anche agli altri nostri figli”. Sono queste le parole di Maura Panadese – la madre di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra trovata senza vita in un campo agricolo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2010 – rilasciate ai microfoni di Sky Tg 24. Sono passati tre anni e la vicenda rimane lontana dalla soluzione. I genitori della piccola, oltre a dover fare i conti con il mostro della morte di un figlio, rimangono sospesi nel limbo della mancanza di giustizia. La donna continua: “Io e mio marito viviamo nella paura che ciò che è successo a Yara possa ripetersi per mezzo della stessa mano” aggiungendo come viva nell’ “attesa di un dettaglio, di una telefonata”, affinché chi l’ha fatta brutalmente morite di freddo e di senti “venga finalmente assicurato alla giustizia . La signora Pandanese, che non parlava da diverso tempo, ha così proseguito nel suo grido d’aiuto: “Interrompo il silenzio nel quale tornerò alla fine di questa comunicazione per lanciare un appello. So che tutti stanno profondendo il massimo sforzo per la risoluzione di questo caso ma ciò evidentemente fino a questo momento non è bastato’”. Ha infine concluso: “Io e mio marito abbiamo fiducia nella giustizia umana oltre che in quella divina e attendiamo con ansia che il responsabile di questo atroce gesto, che ci ha provocato il più terribile dei lutti, venga messo in condizione di non nuocere più”.