L’hanno trovata in punto di morte davanti al palazzo dove abitava, Simona Riso, poi deceduta poco dopo il ricovero. Era in stato confusionale, sosteneva di essere stata violentata, poi dopo il ricovero in ospedale era morta (lospedale rifiuta ogni ipotesi di malasanità). Il suo corpo giaceva per terra in via Urbisaglia, zona San Giovanni, Roma. Si è subito pensato al suicidio: abitava al terzo piano di quella palazzina, ma per la famiglia non è così. Qualcuno l’ha uccisa, dopo averla riempita di botte, qualcuno, dicono, che lei conosceva. La procura di Roma ha aperto una inchiesta per omicidio volontario anche se al momento le autorità sono orientate a credere al suicidio volontario oppure all’incidente. La famiglia dice di no. E’ vero, ammettono, che in passato Simona avesse sofferto di depressione ma da qualche tempo ne era uscita vittoriosamente, dicono i familiari. Eppure l’autopsia ha escluso ogni possibilità di violenza sessuale. C’è un buco di tre ore, secondo le indagini, tra le quattro del mattino quando scrive un messaggio su Whatsapp e poi parla al telefono con la madre, e il ritrovamento per terra alle 7 del mattino. E’ in quelle tre ore che si deve indagare, passando al vaglio anche i filmati delle telecamere di sorveglianza dell’abitazione.