“Maria Rosa vuole fare amicizia”, si legge su un noto sito di incontri (Badoo) che conta quasi duecento milioni di iscritti in 180 Paesi nel mondo. La foto che accompagna il profilo, però, è quella di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa dai familiari nell’agosto del 2010. Ad averla pubblicata, così da avviare conversazioni online e magari iniziare una relazione, è stata una quarantaduenne di Erchie, piccolo comune in provincia di Brindisi proprio al confine con Avetrana, poco distante da dove nell’ottobre di tre anni fa venne ritrovato il corpo senza vita della ragazzina. Qualche mese fa un caso simile aveva fatto molto discutere, con la pubblicazione su Facebook delle foto di una ragazza canadese che nell’aprile dell’anno scorso si è tolta la vita dopo aver subìto uno stupro. Il social network aveva utilizzato le sue immagini per un’inserzione a pagamento, le cosiddette “sponsored stories”, che pubblicizzava un sito di incontri: “Trovare l’amore in Canada! Incontra ragazze e donne canadesi per amicizia, incontri o relazioni”, recitava l’annuncio. Dopo le polemiche, le foto vennero ritirate e Facebook chiese ufficialmente scusa annunciando di aver bannato il sito di incontri (Ionechat.com) per “gravi violazioni” delle politiche della società.