“Quando il Signore si avvicina ci dà speranza, questa speranza che è una vera fortezza nella vita cristiana. E’ una grazia, è un dono”. Lo ha detto oggi Papa Francesco nella consueta Messa mattutina presso Casa Santa Marta, durante la quale si è soffermato in particolare su un passo del Libro del Profeta Isaia, Libro della consolazione d’Israele. Il Signore, ha detto il Pontefice, si avvicina al suo popolo per consolarlo, “per dargli pace”. E in questo “lavoro di consolazione”, il Signore compie una sorta di ri-creazione: “Ricrea le cose. E la Chiesa non si stanca di dire che questa ri-creazione è più meravigliosa della creazione. Il Signore più meravigliosamente ricrea. E così visita il suo popolo: ricreando, con quella potenza. E sempre il popolo di Dio aveva questa idea, questo pensiero, che il Signore verrà a visitarlo”. Il Santo Padre ha poi affermato che “quando un cristiano dimentica la speranza, o peggio perde la speranza, la sua vita non ha senso. E’ come se la sua vita fosse davanti ad un muro: niente”. Ma il Signore “ci consola e ci rifà, con la speranza, andare avanti. E anche lo fa con una vicinanza speciale a ognuno, perché il Signore consola il suo popolo e consola ognuno di noi”. Il Signore, inoltre, “sempre apre una porta. Sempre”. Poi il Papa ha concluso: “Avvicinarsi e dare speranza, avvicinarsi con tenerezza. Ma pensiamo alla tenerezza che ha avuto con gli apostoli, con la Maddalena, con quelli di Emmaus. Si avvicinava con tenerezza: ‘Dammi da mangiare’. Con Tommaso: ‘Metti il tuo dito qui’. Sempre così è il Signore. Così è la consolazione del Signore. Che il Signore ci dia a tutti noi la grazia di non avere paura della consolazione del Signore, di essere aperti: chiederla, cercarla, perché è una consolazione che ci darà speranza e ci farà sentire la tenerezza di Dio Padre”.