“Non ho mai dimostrato un comportamento antisociale, aggressivo, violento o psicopatico. Non sono tossicodipendente o ossessionata di sesso”. E’ un passaggio della e-mail con la quale Amanda Knox ha voluto spiegare le ragioni, ancora una volta, del suo rifiuto di apparire al processo in cui, insieme a Raffaele Sollecito, dopo l’assoluzione del precedente ricorso, è nuovamente accusata di aver ucciso Meredith Kercher. Il presidente della Corte d’assise di Firenze ha rispedito al mittente la mail, anzi non l’ha neanche letta, adducendo che quello di Amanda è un comportamento “irrituale”: chi deve difendersi da accuse si presenta al processo, ha detto. Amanda dice chiaramente di aver paura della giustizia italiana, di essere certa che l’accusa forzerà i giurati a considerarla colpevole. Secondo George Palermo, psichiatra e criminologo italiano che vive e lavora negli Stati Uniti, contattato da ilsussidiario.net, Amanda e Raffaele sono invece colpevoli: “Una persona intossicata da droghe e alcol può essere incapace di intendere e volere nel momento dell’omicidio e non avere più la memoria di quello che è successo. In questo senso Amanda può essere sincera quando dice di non aver commesso il reato, semplicemente perché non lo ricorda più”.



Professore, che idea si sta facendo del processo di appello contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito?

Posso dire che il precedente verdetto con cui sono stati assolti i due ha lasciato molto a desiderare. Definire Amanda e Raffaele non colpevoli e mandarli assolti è stato un errore della giurisprudenza italiana. Non so per quali motivi, ma forse sono entrate in questa decisione anche ragioni politiche.



Che verdetto ritiene ci possa essere invece questa volta?

Ritengo che riesaminando tutto il caso in corte di appello con calma e obiettività si potrà realizzare che davvero Amanda e il suo compagno sono stati partecipi di qualcosa di molto grave, per il quale fatto è stato giustamente istituito un nuovo processo.

Amanda ha scritto ai giudici italiani di non voler venire in Italia perché teme la nostra giustizia. Che ne pensa?

La ragazza non vuole venire in Italia perché ha paura e sente che il procedimento arriverà a trovarla colpevole. Dobbiamo anche dire che si sta difendendo a distanza. Non viene in Italia per evitare le conseguenze del processo, si difende in questa maniera. Non è una maniera certamente etica, però è molto pratica e altre persone lo hanno fatto in passato.



L’Italia non ha chiesto l’estradizione per obbligarla a prendere parte al processo e difficilmente in caso di condanna lo farà mai. 

Non so se il governo italiano può richiedere a quello americano l’estradizione per il processo, ma è certamente vero che sarà impossibile che l’Italia chieda all’America una estradizione in caso di condanna. Amanda è stata consigliata dai suoi avvocati americani di non tornare in Italia per paura che venga detenuta nel nostro paese. Non saprei nemmeno se il processo può essere riaperto negli Stati Uniti dopo un processo all’estero in cui è stata assolta.

I media americani hanno comunque sempre parteggiato per Amanda, sostenendo la sua innocenza e dando già il giudizio americano sul fatto.

Infatti. A suo tempo si disse che il processo era stato “tirato” verso la non condanna di Amanda per ragioni politiche. Ma ritengo che questa volta i due saranno sicuramente condannati, ne sono certo. 

Cosa intende per ragioni politiche? 

Sembra ci sia stata l’interferenza di qualche personalità politica americana attraverso i genitori di lei che abbia influenzato i giudici italiani. Questo è quanto si è detto in diverse occasioni anche qui negli Stati Uniti.

 

Perché lei si dice così sicuro della colpevolezza di Amanda e Raffaele?

 

E’ ovvio a tutti che quel giorno erano tutti drogati e che molto probabilmente il ragazzo africano che è in carcere non è il solo che ha fatto quello di cui lo si accusa.

 

Che ritratto psicologico si è fatto dei due?

 

Diciamo che non siamo davanti a dei giovani normali. Io ritengo che queste persone si drogavano, è stata un’orgia di droga e sesso che ha scatenato dei comportamenti che hanno portato alla morte di Meredith, forse senza essere completamente a conoscenza di quello che facevano. Possono cioè aver commesso un atto omicidiario senza rendersene conto. 

 

Però sembra così strano che due giovani che non sono delinquenti abitudinari, possano tenere celato il rimorso e la propria colpevolezza così a lungo e così fermamente.

 

Il delinquente abituale compie certi atti perché lo vuole e ne è consapevole. Queste persone prendendo la droga diventano incapaci di intendere e volere.

 

Sì, ma ad anni di distanza come si può continuare a mentire su un fatto così estremo? E’ possibile che la loro coscienza non li faccia crollare?

 

La possibilità è che la ragazza nega per non andare in galera: semplice no? Però non dobbiamo escludere che una persona intossicata da non so quali droghe e alcool  possa essere incapace di intendere e volere in quel momento e non avere più la memoria di quello che è successo o avere una memoria vaga. Forse, con il tempo, le cose che non sono state recepite in quei momenti per quello che erano davvero sono uscite dalla mente e dall’anima della ragazza. Può essere che lei sia davvero sincera quando dice di essere innocente, perché ha rimosso e cancellato quello che è successo e oggi non lo ricorda.  

 

Però sono due persone che dicono la stessa cosa: possibile che uno dei due non crolli?

 

Negano entrambi per paura delle conseguenze del loro gesto. Non è certo la prima volta che accade qualcosa di analogo, ci sono molti casi di omicidi in cui il colpevole ha rimosso tutto finendo per auto convincersi della sua innocenza.