La Chiesa cattolica, oggi 20 dicembre, commemora il beato Vincenzo Romano, sacerdote. Vincenzo Romano venne alla luce il 3 giugno 1751 a Torre del Greco, in provincia di Napoli, figlio di Nicola Luca e Grazia Maria Rivieccio. Proveniente da una famiglia povera e molto religiosa, Vincenzo mostrò fin dalla più tenera età l’intenzione di consacrare la sua vita alla religione cristiana. A quattordici entrò nel seminario diocesano di Napoli, sostenuto in questa scelta dal suo sacerdote, don Agostino Scognamiglio. Negli anni del seminario seguì gli insegnamenti, tra gli altri, di Alfonso Maria de’ Liguori e Mariano Arciero, futuri beati. Nel 1775, indossò l’abito sacerdotale, svolgendo per più di trent’anni la sua funzione nel suo luogo d’origine. In virtù del suo instancabile impegno a favore dei poveri, dei malati e delle famiglie dei marittimi, guadagnò l’ammirazione della gente di Torre del Greco, che lo chiamava “prevete faticatore”, ossia “il prete che lavora”. Dopo la terribile eruzione del Vesuvio del 1794, che distrusse in gran parte Torre del Greco, il sacerdote fu in prima fila nel sostegno alla popolazione e nell’opera di ricostruzione. In particolare, fece ricostruire la Chiesa di S. Croce, di cui divenne Curato, distrutta nel corso dell’eruzione. La sua attività pastorale era imperniata sul Vangelo della carità e sul ministero della Parola. Vincenzo riusciva con le sue parole e le sue predicazioni a ottenere l’attenzione della popolazione.
Infaticabile fu il suo impegno per avvicinare le persone al messaggio cristiano. A tal fine redasse un libretto per rendere più comprensibile la Messa e ideò il metodo della sciabica, seguendo il quale, andava incontro alla gente con in mano un crocifisso e accompagnato dal suono di un campanello, per poi condurre le persone presso la chiesa più vicina. Il religioso fu molto attivo anche nell’educazione dei fanciulli, fondando una scuola, nella mediazione dei contrasti tra gli abitanti di Torre del Greco e nella ricerca dei nascondigli dei criminali. Nel 1827, venne completata la ricostruzione della Chiesa di S. Croce, visitata, in seguito, da due pontefici: Pio IX nel 1849 e Giovanni Paolo II nel 1990. Si spense il 20 dicembre 1831 a causa di una grave malattia. Il suo corpo venne posto in un’urna, custodita nella chiesa che lui fece ricostruire.
Il papa Paolo VI lo beatificò il 17 novembre 1963. Decisivi per la beatificazione di Vincenzo Romano furono due miracoli, attribuiti alla sua intercessione. Si tratta di due guarigioni prodigiose. La prima guarigione riguarda Maria Carmela Restucci, una sessantenne di Torre del Greco, cui fu diagnosticato nel 1891 un tumore maligno al seno. La donna disperata chiese l’aiuto del beato e miracolosamente il tumore scomparve. La seconda guarigione ebbe come protagonista Maria Carmela Cozzolino, una suora torrese che sviluppò un carcinoma alla gola, ritenuto inguaribile. La religiosa invocò nelle sue preghiere Vincenzo Romano e guarì completamente, lasciando attoniti i medici che la seguivano. Il beato Vincenzo Romano è venerato come protettore del clero partenopeo e dei malati di tumore. La sua memoria liturgica è celebrata dalla Chiesa di Roma il 20 dicembre, anche se il beato viene commemorato il 29 novembre a Torre del Greco e a Napoli.