Arrivano i primi dati relativi al censimento che fu realizzato in Italia due anni fa. Li rende noti l’Istat e per quanto riguarda la famiglia il quadro che ne viene fuori è piuttosto disastroso. Se è vero che quasi tutti gli italiani vivono in una famiglia (il 99,5%) e solo lo 0,5% è sito in istituti di assistenza quali ospizi o case di cura, il numero dei componenti delle famiglie stesse si riduce. Nel 1971 una famiglia in media era composta da 3,3 persone, nel 2011 da 2,4. In dieci anni poi sono raddoppiate le spedizioni e i divorzi: da da 1.530.543 a 2.658.943. L’età media di uno su due sperati o divorziati è compresa fra i 35 e i 54 anni. Tornando al numero dei componenti il nucleo familiare, al sud e nelle isole il dato è superiore alla media nazionale con rispettivamente il 2,7 e il 2,5 di componenti. E’ la Campania ad avere il maggior numero di componenti familiari, 2,8, mentre il numero più basso appartiene a Liguria e Val d’Aosta, 21,1 persone. A causa poi dell’invecchiamento della popolazione sono aumentate le famiglie composte da una sola persona: in dieci anni si è passati dal 24,9% del totale delle famiglie al 31,2%. Sono stati forniti dati anche relativi alla presenza degli stranieri nel nostro paese. Il nucleo più numeroso è quello dei romeni, 820mila, seguiti da albanesi, marocchini, cinesi e ucraini.