Tra i santi e beati che la Chiesa festeggia il 3 dicembre, quello che spicca è sicuramente San Francesco Saverio, il santo spagnolo che, insieme a Sant’Ignazio di Loyola, fece parte di quel gruppo che fece nascere la Compagnia di Gesù, l’ordine religioso fondato nel 1534. Francisco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, questo il suo vero nome, nacque nel 1506 da una nobile famiglia di Javier in Navarra e morì a migliaia di chilometri di distanza dalla sua terra, su un’isola della Cina meridionale (Sancian), nel 1552. Non deve sorprenderci il fatto che abbia raggiunto terre così lontane, perché Francesco viaggiò molto nella sua vita per portare avanti la sua opera di missionario e per diffondere la parola di Dio. Il suo destino fu segnato fin dalla nascita perché, non essendo primogenito, secondo l’usanza del tempo, sarebbe dovuto diventare un religioso. Così Francesco lasciò la Spagna e andò a studiare teologia in Francia alla Sorbona e qui dopo 3 anni diventò Magister. Nel collegio di Santa Barbara dove studiava fece un incontro che cambiò la sua vita, quello con Sant’Ignazio di Loyola, anche lui spagnolo, che divenne suo compagno di stanza ma anche affezionato amico. Ignazio fin da subito comprese il grande desiderio di Francesco di diffondere il Vangelo e vide in lui la persona adatta con cui condividere il suo sogno. Così Francesco Saverio, Ignazio di Loyola e altri 5 compagni (il francese Pierre Favre, gli spagnoli Diego Laínez, Alfonso Salmerón, Nicolás Bobadilla e il portoghese Simão Rodrigues), nel 1534 si ritrovarono nella chiesa parigina di Santa Maria di Montmartre dove gettarono le basi della compagnia dei Gesuiti. Qui gli studenti fecero i loro primi voti: castità, povertà e, soprattutto, quello di portare avanti la loro opera missionaria in Terra Santa e di mettersi a disposizione del Papa andando in qualsiasi luogo egli avesse ordinato. Quest’ultimo nel 1537 divenne il quarto voto che caratterizzava la Compagnia di Gesù.
Sempre in quell’anno Francesco Saverio venne ordinato sacerdote a Roma sotto il pontificato di Papa Paolo III che aveva particolarmente apprezzato il nuovo ordine e aveva consentito che i componenti fossero ordinati sacerdoti. In quegli anni il santo si distinse per la sua fama di predicatore e di consolatore di malati e di carcerati a Bologna ma poco dopo Ignazio lo chiamò a Roma come suo segretario e nel 1540 fu mandato, sotto grande insistenza del re del Portogallo Giovanni III, nelle nuove colonie delle Indie Orientali in qualità di legato papale allo scopo di evangelizzare questi territori. Il viaggio fu lunghissimo e molto faticoso, San Francesco Saverio arrivò fino a Goa, il più piccolo degli stati indiani, e nel suo pellegrinaggio si spinse fino a Taiwan. Anche se non ci sono documenti ufficiali, la tradizione vuole che il gesuita spagnolo abbia portato la parola di Gesù pure nelle Filippine. La sua opera missionaria fu instancabile, nel 1545 arrivò in Malesia e, incontrando un gruppo di giapponesi, accarezzò l’idea di estendere la sua evangelizzazione anche in quei territori, ed era l’anno 1549. Il fisico di Francesco Saverio, però, era ormai stremato da una vita di stenti e, così, nel 1552 durante il viaggio da Malacca, uno stato della Malesia peninsulare, all’isola cinese di Sancian morì.
Fu sepolto a Goa, dove si trova il santuario più importante dedicato a lui, la Chiesa del Bom Jesus, ma il suo braccio destro dal 1614 è conservato a Roma in un reliquiario nella chiesa madre dell’ordine dei gesuiti, la Chiesa del Gesù. Altri fedeli, negli anni, sono stati interessati alla conservazione delle reliquie del santo e, così, altre parti del suo corpo furono asportate. Francesco Saverio divenne santo nel 1622 quando fu canonizzato, insieme a Ignazio di Loyola, da Papa Gregorio XV ma la bolla papale venne promulgata solo l’anno successivo a causa della morte del Pontefice. Il santo è giustamente celebrato come il patrono delle missioni e dei missionari perché, oltre a essere il più grande missionario dell’epoca moderna avendo portato il Vangelo nei Paesi orientali, riuscì ad adattare lo spirito cristiano a queste culture grazie al suo elevato senso apostolico. Si stima che abbia battezzato 30.000 pagani. È patrono pure di marinai, di Giappone, India e Pakistan ed è venerato sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Anglicana. L’etimologia del suo nome deriva dall’antico tedesco e significa “libero”.