“Il disegno di legge del Belgio sull’eutanasia per i minorenni va contro qualsiasi logica medica e di cura, e risponde soltanto all’esigenza di sollevare un polverone per non mostrare all’opinione pubblica che il governo di Bruxelles non riesce a gestire la crisi economica”. A denunciarlo è il professor Alain de Broca, neuropediatra, fondatore dell’“Association pour la promotion des soins palliatifs en pédiatrie” (Associazione per la promozione delle cure palliative in pediatria) ed esperto nel campo della ricerca biomedica. Da anni il professor de Broca segue giorno e notte centinaia di bambini con malattie incurabili, fornendo loro cure che tolgono il dolore e permettono loro una qualità della vita altrimenti impossibile. La commissione Affari sociali del Senato belga ha approvato un disegno di legge per consentire l’eutanasia anche ai minorenni.
Professor de Broca, ritiene che questa sia la soluzione per chi raggiunge un livello di sofferenza insopportabile?
Attraverso la medicina palliativa possiamo prenderci cura dei bambini malati terminali, alleviando il loro dolore e accompagnandoli negli ultimi mesi della loro vita. L’eutanasia al contrario non è la strada giusta da percorrere, in quanto non è una cura ma soltanto una tecnica per mettere fine alla vita dei malati. Di fatto in questo modo si sceglie di rinunciare a occuparci di loro.
Lei conosce bene il caso francese. Quanti minorenni ogni anno si trovano in uno stato di malattia terminale?
Ogni anno in Francia muoiono in media 7.500 persone tra zero e 25 anni, e di queste circa 3mila sono seguite attraverso le cure palliative nella fase terminale della loro vita. Io faccio il neuropediatra da molti anni e sono in contatto notte e giorno con le famiglie di pazienti minorenni in stato terminale.
Che cosa le ha insegnato la sua esperienza in questo campo?
In tutta la mia vita non ho mai sentito un bambino che abbia chiesto di essere lasciato morire perché soffriva troppo. Sottolineo che in Francia il numero di bambini malati terminali è di gran lunga superiore rispetto al Belgio o ai Paesi Bassi. Se in Francia non si sono mai verificati casi di minorenni che chiedono l’eutanasia, non vedo quindi per quali motivi ciò dovrebbe avvenire in Belgio o nei Paesi Bassi. Trovo incomprensibile che il Senato del Belgio intenda fare una legge sull’eutanasia dei minorenni, che di fatto mette fine anticipatamente alla loro vita.
Quanto sono efficaci le cure palliative?
Con le cure palliative possiamo ridurre il dolore dei bambini del 99-100%, garantendo loro una qualità della vita nettamente superiore. Del resto l’eutanasia è un modo per non doversi più prendere cura di questi malati terminali. A stupirmi è soprattutto il fatto che il Belgio non abbia mai preso seriamente in considerazione l’utilizzo di cure palliative. La Francia al contrario ha promosso le cure pediatriche palliative fin dal 2011, e in questo modo i bambini possono vivere ancora a lungo con le loro famiglie con una qualità della vita più soddisfacente.
Nei Paesi Bassi l’eutanasia per i minorenni esiste dal 2002. Come valuta il modo in cui è stata applicata questa legge?
A essere potenzialmente interessati da questa legge olandese sono non più di cinque bambini ogni anno. Triste a dirsi, la maggioranza delle problematiche relative all’eutanasia dei minorenni coinvolge i neonati. E’ evidente che in ciascuno di questi casi non si può chiedere al diretto interessato se desidera morire o meno. E’ questo l’aspetto ad avere sollevato le maggiori discussioni.
Alla luce del ragionamento che ha fatto finora, come si spiega che il Senato del Belgio abbia deciso di presentare un disegno di legge sull’eutanasia dei minorenni?
E’ uno scenario che abbiamo già visto in atto anche in Francia. Quando i politici si trovano a dover gestire un grande problema che coinvolge un grosso numero di cittadini nella loro vita quotidiana, come la crisi economica, c’è un modo molto semplice per non doverlo affrontare. Si presenta un disegno di legge su un tema eticamente sensibile, in modo da creare un gran polverone e nascondere il vero problema agli occhi dell’opinione pubblica. E’ la stessa strategia messa in atto dal Senato del Belgio.
(Pietro Vernizzi)