Il Consiglio dei ministri ha approvato nella giornata di oggi il decreto legge per affrontare l’allarme della Terra dei Fuochi, la zona tra Caserta e Napoli lacerata dal malaffare mafioso e dai rifiuti tossici che hanno inquinato la terre e le falde acquifere provocando tumori in gran parte della popolazione locale. È stato di fatto istituito il reato di combustione dei rifiuti e Letta promette: “Entro 150 giorni tutti i terreni saranno controllati”. Il premier, in conferenza stampa, ha poi aggiunto: “Per la prima volta il governo affronta il problema della Terra dei Fuochi. Si tratta di una risposta senza precedenti, forte e netta, per recuperare il tempo perduto”. E non è mancato il commento di Andrea Orlando, ministro dell’Ambiente, che ha twittato: “Approvato decreto terra dei fuochi, afferma un principio fondamentale: tutela ambiente è tutt’uno con lotta alla criminalità organizzata”. Abbiamo contattato don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che lotta da anni al fianco dei cittadini contro la camorra locale e che negli ultimi anni si è battuto strenuamente per la causa della sua terra.



Il governo ha approvato il decreto legge: d’ora in avanti bruciare i rifiuti sarà reato. 

Siamo molto contenti perché stavamo chiedendo da tempo l’inasprimento delle pene. Fino ad oggi se una persona era colta in flagrante a sversare o a bruciare rifiuti tossici pagava solamente una multa. Ora è reato e si va incontro alla galera: non possiamo che esserne felici.



In concreto, mossa efficace? 

È certamente un primo passo, ma è l’ultima ruota del carro. Il problema è molto più vasto. Quello che è successo a Prato dimostra che esiste un mondo che noi vogliamo non vedere.

Ci spieghi.

Tutti noi sappiamo quello che avviene a Prato. Lo stesso è qui in Campania dove ci sono tantissime aziende e industrie che lavorano in un regime di evasione fiscale che dopo aver prodotto borse, scarpe, vestiti e così via, si ritrovano a dover fare i conti con gli scarti (collanti e solventi, per fare un esempio). Tutto questo sfocia nei roghi tossici.

Bisognerebbe fare di più?



Ben vengano queste misure repressive e, ripeto, siamo contenti ma è necessario che si vada ad intervenire alla fonte su queste industrie che devono essere in primis aiutate.

Sono stati mappati i terreni.

Ci ha fatto molto piacere. Da quando è cominciata questa storia l’economia agricola vive con l’acqua alla gola. Molti contadini si sono ritrovati con i terreni sequestrati, mentre gli altri che fortunatamente coltivano su terreni sani, e fanno dunque un buon prodotto, rischiano molto perché la gente non si fida.

E la popolazione come vive tutto questo? 

La speranza c’è, e ci sono piccoli miglioramenti, ma la gente ha paura. Mappare i territori inquinati e non permettere più che siano coltivabili, distinguendoli chiaramente una volta per tutte dai terreni buoni, è una cosa molto bella e positiva per ridare fiato all’agricoltura, ai contadini e alla gente che sa cosa metterebbe in tavola alla sera. 

 

Però non sembra del tutto convinto.

Diciamo che da un lato c’è tanto gioia, ma dall’altro anche tanta tristezza. Sapere che il governo per la prima volta (come ha sottolineato lo stesso Letta) affronta questo immane problema lascia l’amaro in bocca. È da anni che si parla del problema della Terra dei Fuochi… il governo si è mosso anche perché è stata la Chiesa campana insieme a migliaia di volontari a fare sentire la propria voce. Siamo stati noi a suonare la carica.

 

Il premier ha infatti ammesso il ritardo parlando di “recuperare il tempo perduto”, per poi aggiungere che si tratta di una “risposta senza precedenti”, annunciando che entro 5 mesi tutti i terreni saranno controllati. Crede che si riuscirà a stare dentro queste tempistiche? 

Io credo alla parola data e non penso che Letta abbia fatto davanti all’Italia una promessa di tale portata per poi non mantenerla. Mi rifiuto di crederlo.

 

Ottimismo dunque? 

Io sono ottimista. Ribadisco: è un buon inizio. Adesso c’è da valutare tutto il problema sanitario per l’incidenza di tumori che continua a colpire la popolazione, però ci sono dati incoraggianti. Abbiamo accolto con riconoscenza questa notizia.

 

Oggi ha parlato anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che su Twitter ha scritto, in sostanza, che la tutela dell’ambiente e la lotta alla criminalità organizzata devono andare di pari passo.

Certamente. È stato proprio Orlando e insieme al ministro De Girolamo a portare avanti questo discorso. Entrambi sono venuti negli ultimi mesi nella mia parrocchia ed entrambi si erano impegnati. Penso che abbiano mantenuto la parola data. Orlando l’ho incontrato pochi giorni fa e Napoli e la De Girolamo, proprio oggi, è stata la prima a mandarmi un messaggio sul telefonino per esprimere tutto il suo entusiasmo per il provvedimento preso dal Consiglio dei ministri. Ma vorrei aggiungere una cosa…

 

Prego.

Tutte le volte che si parla di immondizia si tende a confondere immondizia urbana e rifiuti tossici. La spazzatura urbana è un discorso che riguarda la civiltà delle persone e la raccolta differenziata. Ma il nostro problema più grosso è l’immondizia tossica e industriale interrata o data alle fiamme nelle nostre campagne. Si tratta di roghi industriali.

 

Secondo lei le rivelazioni di Carmine Schiavone hanno dato una scossa alle istituzioni? 

 Penso proprio di sì. Schiavone con le sue testimonianze ha contribuito ad accendere i riflettori su questo problema, anche se lo aveva detto già 16 anni fa.

 

(Fabio Franchini)