Nuovo capitolo nell’intricata e infinita storia dell’imam milanese, oggetto di contese e accuse internazionali. Coinvolto in un rapimento che, secondo le accuse, avrebbe coinvolto i servizi segreti americani e quelli italiani, Abu Omar si trova libero da tempo in Egitto. Adesso per lui è arrivata la sentenza per uno dei processi che lo ha visto protagonista, a oltre dieci anni dal rapimento in cui venne coinvolto. E’ stato condannato a sei anni di carcere per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale. L’Imam svolgeva la sua attività nella moschea di viale Jenner, famosa per le sue infiltrazioni terroristiche: lui ha sempre respinto le accuse dichiarando di aver “aderito a un percorso politico ideologico per professare la propria fede”. Il 17 febbraio 2003 Abu Omar venne rapito a Milano da agenti Cia e trasportato in Egitto, suo paese di nascita, dove venne incarcerato e avrebbe subito torture. In un processo sono stati condannati membri dei servizi segreti italiani e ben 23 esponenti della Cia americana, un processo controverso che ha suscitato molte polemiche.