Caro direttore,
Ieri Papa Francesco è intervenuto sulle tecnologie che caratterizzano il mondo digitale. Lo ha fatto riferendosi all’annuncio del Vangelo, ma quanto ha detto è un giudizio che vale per tutti, è una sfida a riflettere sul valore della comunicazione digitale. Vale quindi la pena confrontarsi con il giudizio del Pontefice per poter identificare la questione seria che oggi pone Internet e che il Papa ha voluto accostare al rapporto che il mondo cristiano ha creato al suo nascere con il mondo greco. Come allora oggi, la sfida è quella proposta da San Paolo, nessuna chiusura pregiudiziale come nessuna valorizzazione totale e simpatetica, ma la decisione a vagliare tutto per trattenere il valore. Quella di Papa Francesco è una sfida chiara e precisa, è quella di usare la ragion critica di fronte all’ampiezza della comunicazione digitale per poterne afferrare la positività e snidare le riduzioni dell’umano che sono dovute ad internet.
Il Papa ha sottolineato l’importanza della comunicazione nel mondo d’oggi, ma per evidenziare che “non è sufficiente acquisire competenze tecnologiche, pur importanti. Si tratta anzitutto di incontrare donne e uomini reali, spesso feriti o smarriti, per offrire loro vere ragioni di speranza. L’annuncio richiede relazioni umane autentiche e dirette per sfociare in un incontro personale con il Signore. Pertanto internet non basta, la tecnologia non è sufficiente”.
In questo sta il punto discriminante tra un uso di internet come orizzonte della comunicazione e una sua corretta valorizzazione. È che internet non basta la scoperta più interessante che un uomo o una donna possono fare usando internet! Questo è quello che accade a chi si inserisce dentro la rete digitale, che proprio in quanto è comunicazione urge l’umano. Il Papa ha suggerito qualcosa di diverso dalla valutazione dominante e quanto mai banale, ossia che intenet sia uno strumento. Il Papa dice di più, sostiene che più si usi internet, che più si entri nella rete, più si avverta una insufficienza, ed è il bisogno di un contatto reale, di una tenerezza fisica, di un abbraccio concreto. La rete non basta, per una semplice ragione, che la rete non è la vita, che la vita c’è e si impone per quello che è.
Per questo usare la rete è interessante, se una volta avvertito che non basta ci si chieda perchè. Così il Papa ha lanciato la sfida ribaltando la domanda. Al posto di chiedersi come far diventare internet uno strumento è più ragionevole domandarsi “perchè internet non basta?”. È il contraccolpo che si avverte perchè non basta la via per riconoscere che dentro la comunicazione vibra il bisogno di altro, che anche la comunicazione più perfetta non è sufficiente, per una ragione semplice che un uomo ha bisogno di un contatto, di uno scambio di sguardi con il “terminale” con cui comunica. E ne ha bisogno perchè è fatto così, perchè ha il cuore.
Per questo impariamo ad usare il meglio possibile internet e tutti gli strumenti digitali, certi che faranno emergere ciò di cui abbiamo bisogno, di riconoscere la fattura del nostro umano. È la certezza che usando internet ci si accorga del bisogno che si ha, come i romani usando la ragione greca hanno percepito di aver bisogno di qualcosa di più della logica perfetta delle prime filosofie. Non che sia strumento, ma che non basti, è questa la strada per cui dentro il mondo digitale si avverta ciò cui rimanda, quel fascino inarrestabile dell’umano, la fisicità di una carezza.