Il Movimento dei forconi è tornato agli onori della cronaca con le proteste nei principali centri italiani, da Torino a Genova, fino a Milano, Roma e Palermo. Sono tre i nomi che stanno alla regia del movimento di origine siciliana: Lucio Chiavegato, artigiano di professione, è il Presidente dei “Liberi imprenditori federalisti europei” del Veneto e organizza le proteste al nord. Il secondo si chiama Augusto Zaccardelli, segretario nazionale del “Movimento autonomo degli autotrasportatori” che coordina il movimento nelle regioni meridionali dello stivale. Infine c’è Mariano Ferro, imprenditore agricolo, e leader del Movimento dei forconi in Sicilia, che durante le scorse elezioni regionali dell’Isola si era candidato per la carica di governatore. “ Tutti a casa” è il principale slogan portavoce delle ultime ore di protesta che ha preso di mira la classe dirigente politica. L’anno scorso il movimento si era fatto sentire in gennaio, bloccando alcune autostrade che collegano le principali città d’Italia per manifestare contro il caro prezzo del carburante e delle assicurazioni per i trasporti su gomma. In poche settimane l’entusiasmo delle proteste era stato smorzato a causa delle accuse per infiltrazione mafiosa e per il presunto appoggio da parte di Forza Nuova.



Dopo gli scontri di questa mattina (vedi video più in basso), in piazza Castello a Torino sembra essere tornata la calma. “Siamo qui per manifestare in modo pacifico, per rivendicare i nostri diritti di cittadini”, hanno gridato da un altoparlante gli attivisti del Movimento dei Forconi. Ristabilito l’ordine, alcuni agenti di polizia si sono tolti il casco, un gesto a cui è seguito l’applauso dei manifestanti. “Poco fa a Torino Porta Susa – si legge sul blog di Beppe Grillo che ha pubblicato il video – dei poliziotti in piazza si sono tolti il casco per solidarietà al grido dei manifestanti ‘siete come noi’ ‘bravi ragazzi!’. Dopo poco la scena si è ripetuta, questa volta protagonista la Guardia di Finanza. Sono i gesti di cui abbiamo bisogno. Le forze dell’ordine provengono dal popolo di cui fanno parte”.



Prosegue la protesta in tutta Italia di alcune sigle sindacali degli autotrasportatori, compresi i cosiddetti “forconi”. I disagi maggiori si registrano a Torino, dove i manifestanti hanno occupato questa mattina i binari e bloccato il traffico ferroviario alle stazioni di Porta Nuova e Porta Susa. L’occupazione si è poi conclusa, con conseguenti ritardi dei treni, ma la tensione resta altissima: in centro città, all’incrocio tra via Alfieri e via Arsenale, sono avvenuti dei tafferugli con le forze di polizia che hanno risposto lanciando dei lacrimogeni. Proteste anche a Roma, dove non si registrano blocchi ma solamente un presidio fisso a Piazzale dei Partigiani, mentre da Palermo ha parlato il leader dei Forconi in Sicilia, Mariano Ferro: “Siamo in uno stato di polizia, non è possibile scioperare come possono fare invece i sindacati”. In Veneto la Polstrada ha fatto sapere che i blocchi sono concentrati ai caselli autostradali di Vicenza Ovest, Montecchio Maggiore (Vicenza) e Soave (Verona), dove i manifestanti hanno messo di traverso i loro mezzi pesanti bloccando la circolazione. Di seguito il video degli scontri in piazza Castello a Torino.



Niente blocchi, solo sciopero. La paura che i militanti del movimento dei Forconi imponessero blocchi stradali in seguito al ritorno della loro protesta sembra scongiurata. Hanno infatti comunicato pochi minuti fa che a partire dalla mezzanotte di oggi comincerà lo sciopero annunciato ma non ci saranno blocchi stradali, come peraltro aveva chiesto il Garante per gli scioperi minacciando ricorsi ufficiali contro di loro. Mariano Ferro, uno dei leader del movimento, ha detto all’Ansa che ci saranno presidi pubblici nelle piazze per informare della loro protesta ma non si agirà con i temuti blocchi delle vie di comunicazione. Le proteste si terranno anche fuori della Sicilia, ad esempio a Roma e nel Lazio. Intanto da Torino viene la smentir che domani ci possano essere scioperi nelle scuole e negli uffici pubblici.

Prenderà il via alle 22 di oggi lo sciopero indetto dal Movimento dei Forconi che rischia di paralizzare il Paese. La rivolta dei Tir (intitolata “L’Italia si ferma”), è stata organizzata in collaborazione con altri movimenti, tra cui quello autonomo autotrasportatori, il Co.Spa. Autotrasportatori, agricoltori, ambulanti e tassisti che potrebbero unirsi al blocco delle attività. L’agitazione proseguirà anche nella giornata di domani, lunedì 9 dicembre, ma è stato annunciato che si andrà avanti a oltranza con un solo obiettivo: “Demolire il sistema. Polentoni e terroni, destra e sinistra saranno con noi, in piazza, a partire da domenica notte, e andremo avanti fino a quando questa classe politica fatta di cialtroni e delinquenti non andrà a casa”, ha detto Mariano Ferro, leader del movimento dei Forconi. Il Ministero dell’Interno è in allerta per diversi motivi: da una parte vi è l’evidente rischio di una totale paralisi della circolazione, mentre dall’altra anche quello di infiltrazioni di infiltrazioni da destra o degli ultrà, oltre a probabili “recrudescenze mafiose” di cui ha parlato di recente il ministro per la pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia. “Non verranno autorizzate tutte quelle manifestazioni che per tempi e modalità di svolgimento sono ritenute a rischio e saranno considerati illegittimi eventuali sit-in, presidi e cortei che si svolgeranno presso arterie di collegamento viarie quali autostrade, strade statali e provinciali, nonché tutte quelle iniziative che si svolgeranno in orario notturno”, si legge invece nel comunicato diffuso dalla Questura di Napoli dopo la conferma della mobilitazione per bloccare le principali strade e autostrade italiane. “La Questura, nel premettere che lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, deve essere formalmente preavvisato all’autorità di Pubblica Sicurezza, invita quanti intendano manifestare alla massima collaborazione, affinché vengano garantiti i diritti di coloro che non sono interessati alle iniziative preannunciate, primo fra tutti il diritto alla libera circolazione, e nel contempo venga garantito il regolare funzionamento dei servizi pubblici essenziali”, si legge ancora. Immediata la replica di Mariano Ferro: “Lo sciopero non sarà revocato. Noi lo attueremo. Ieri sera ci è arrivata la comunicazione da parte delle Prefetture di Catania, Ragusa, Siracusa e Messina che dice che ci è vietato tutto. Sono rispettoso delle istituzioni ma ci chiedono di fare le manifestazioni come fanno quelli della Cgil, Cisl e Uil. Purtroppo per noi è una manifestazione vera, non finta, quindi non possiamo adeguarci. Siamo disponibili a farci arrestare”. Per quanto riguarda le città che saranno interessate dallo sciopero, a Torino sono previsti tre presidi principali: in piazza Castello, in piazza Derna e in piazza Pitagora, ma sono stati inoltre stabiliti i luoghi della protesta anche a Novara (piazza Matteotti), Verbania (rotonda di Fondotoce) ed Alessandria (piazza della Libertà). Altre manifestazioni sono previste infine a Vercelli, Lodi, Piacenza, Ferrara, Imperia, Bordighera, Reggio Emilia, Viareggio, Grosseto, Pesaro, Macerata, Teramo, Roma, Bari, Cerignola, Andria, Cosenza, Milazzo, Palermo, Agrigento e Campobello di Licata.