Disturbi mentali, bipolarismo e schizofrenia erano le sfide che Kenneth Robert Sparkle si era ritrovato ad affrontare all’età di 27 anni a causa dell’uso massiccio di droghe sintetiche e di marijuana. Una sera aveva deciso di evadere ancora una volta dalla realtà facendo uso di un particolare tipo di marijuana, quella sintetica, e alcune ore dopo si è ritrovato con un’ascia in mano, rubata da un camion dei pompieri, a inseguire dei passanti per strada in stato di agitazione. Alcuni passanti hanno subito avvisato la polizia che si è gettata sulle tracce di Sprankle; una volta arrivati a tu per tu con il giovane, gli agenti hanno intimato invano al 27enne di lasciare l’arma, lui sembrava non capire e con l’ascia alzata ha tentato di avvicinarsi al poliziotto. A quel punto sono partiti cinque colpi dalla pistola dell’ufficale Schmidt che hanno lasciato il corpo di Sprankle senza vita. Il giovane era stato già fermato in diverse occasioni dalle forze dell’ordine, ben otto volte. Questo è quello che può accadere in un paese in cui la Marijuana viene legalizzata per uso terapeutico. Nonostante il governo federale abbia dato un giro di vite già dal 2011, come si è soliti fare quando cominciano a verificarsi casi di morte, questo tipo particolare di cannabis, quella sintetica, viene ancora prodotta. Per aggirare le nuove leggi, i produttori hanno modificato le loro ricette, facendo sì che ogni divieto serva solo a introdurre nuove sostanze chimiche di cui non si conosce l’effetto. La legalizzazione delle droghe può dunque far diminuire una percentuale dei traffici della criminalità organizzata, ma allo stesso tempo può creare effetti perversi difficilmente controllabili con delle politiche istituzionali.