Un fulmine sulla cupola della Basilica di San Pietro proprio nel giorno delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. L’immagine ha scatenato gli esperti di retroscena, per i quali il lampo sarebbe espressione della collera divina che si abbatte sul Vaticano. Soltanto una sciocchezza che fa sorridere in realtà. E dopo la ridda di supposizioni fantasiose o sciocche sui motivi delle dimissioni del Papa trapelati nelle prime ore dopo l’annuncio del Pontefice, si sono scatenate le voci sulle leggende e le profezie legate all’elezione del Papa Nero in conclave. Ma non è purtroppo la prima volta che bugie o leggende metropolitane infangano il Pontefice, tanto che un fulmine che colpisce la cupola di San Pietro pare davvero la più innocua. Gli otto anni del Papato di Benedetto XVI del resto sono stati costellati da numerose bugie fabbricate ad arte da una stampa spesso ostile con il solo scopo di diffamarlo.
La prima riguarda il cosiddetto “passato nazista” di Joseph Ratzinger. Per rendere credibile questa bufala, sui social network è circolata persino una foto del futuro Papa in divisa nazista a pochi metri da Adolf Hitler. Come sottolineato però dal vaticanista americano John Allen, Ratzinger non è mai stato iscritto al Partito Nazista. All’epoca – rivela sempre Allen in un’intervista al sito protectthepope.com – per i ragazzi tedeschi fin dall’età di 14 anni era obbligatoria l’iscrizione alla “Gioventù Hitleriana”, ma il futuro Papa non ha mai partecipato alle sue attività e non ha mai ricevuto la tessera del movimento. Per Allen, “si può affermare con chiarezza cristallina che Ratzinger non era filo-nazista”. Un’altra accusa rivolta a Ratzinger è quella di non essere intervenuto con sufficiente decisione nei confronti dei membri del clero che si sono resi responsabili di abusi sessuali. In realtà, fin dal 2006, il Papa ordinò che il reverendo Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo e accusato di avere condotto una vita dissoluta, si ritirasse “ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico”.
Pur non aprendo un processo canonico nei suoi confronti, affidò le indagini agli stessi Legionari di Cristo, i quali appurarono che padre Maciel era colpevole. La stampa progressista è giunta ad accusare il Papa di avere favorito il diffondersi dell’Aids in Africa per la sua posizione contraria al preservativo. In realtà Benedetto XVI, nel corso della sua visita in Camerun del 2009, affermò che la principale strada per affrontare il problema alla radice era la monogamia. “L’Aids è una tragedia che non può essere sconfitta soltanto dal denaro, e che non può essere risolta attraverso la distribuzione di preservativi, i quali aggravano il problema”.



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