Doppia memoria liturgia per il Beato Angelo da Sansepolcro: il 15 febbraio viene infatti ricordato dall’Ordine agostiniano, al quale appartenne, mentre l’1 ottobre viene onorato nella diocesi di Sansepolcro, di cui è originario e protettore.
Nella prima metà del tredicesimo secolo, Borgo Sansepolcro – oggi stupenda località ricca d’arte, storia e cultura ai piedi dell’appennino toscano – diede i natali al Beato Angelo. Poche le notizie riguardanti la sua vita: si presume che discendesse dalla famiglia Scarpetti, che in quel periodo risiedeva nel borgo. La vita monastica di Angelo inizia nel 1254 con l’entrata nel convento cittadino degli eremiti di Giovanni Bono, per poi passare al nuovo ordine dei frati eremiti di Sant’Agostino nel cui convento morì nel 1306. Fu sepolto nella chiesa appartenente al convento e la sua santità venne presto riconosciuta dai fedeli tanto che solo quattro anni dopo, nel 1310, nacque una confraternita dedicata all’adorazione della Vergine Maria ed al “Glorioso Angelo”.
La venerazione per il Beato Angelo era ancora fortemente sentita dopo duecento anni quando, trasferendosi nel nuovo convento, gli agostiniani traslarono anche le sue spoglie il 29 settembre 1555 e a ricordo dell’evento fu fissata la celebrazione della festa in suo onore in questo giorno, festa che però fu soppressa esattamente tre secoli dopo, nel 1855. Nel 1740 il frate Angelo fu sottoposto a ricognizione canonica, per opera del vescovo di Sansepolcro monsignor Raimondo Pecchioli; il processo di beatificazione iniziò nel 1905, per concludersi con l’approvazione ufficiosa di Benedetto XV il 27 Luglio del 1921 ed ufficiale nel 1922. Le spoglie del Beato Angelo sono tutt’oggi conservate in una cassa di legno intagliato, dorato e decorato con scene della sua vita, posta sotto l’altare maggiore della chiesa di Sant’Agostino a Sansepolcro.
Sempre fedele alla “Regula ad servos dei”, predicata da Sant’Agostino, n base alla quale il monachesimo non dev’essere vissuto come “solitudine”, ma come perfetta unione dei fratelli, il Beato Angelo da Sansepolcro condusse una vita contemplativa, basata sul vivere insieme ai fratelli per aiutarsi, consigliarsi e perfezionarsi nella ricerca comune del vero Dio. Uomo di cuore, dotato di una sensibilità delicata, fu scelto, per volere divino, per far conoscere al mondo l’amore di Dio e la ricongiunzione con lui tramite la preghiera e consacrò tutta la sua vita alla carità e all’apostolato.
La tradizione narra che partecipò alla missione per la fondazione dei primi conventi dell’Ordine in Inghilterra, ma tale narrazione non è confermata da fonti documentali. Il suo abbandono alla preghiera fu totale, come pure l’osservanza alla celeberrima frase di Sant’Agostino: “Si ami anzitutto Dio e quindi il prossimo”. Ed è a questo suo “stile di vita” che vanno ricondotti alcuni miracoli attribuiti dalla fede popolare a frate Angelo ancora in vita, tra i quali la resurrezione, grazie alla intercessione delle sue preghiere, di un innocente condannato ingiustamente a morte.