Come sarà la futura vita del Pontefice dimissionario? Trapelano le prime indiscrezioni su quello che lo stesso Benedetto ha definito “un ritiro dal mondo”, il suo pensionamento, se così si può definire. Caso rarissimo e diverso dai precedenti, le dimissioni dell’attuale Pontefice a circa una settimana dall’addio vero e proprio suscitano molte domande. C’è chi ha posto l’interrogativo di come potranno convivere quelli che di fatto, dimissioni o no, saranno due Papi viventi contemporaneamente. Anche qui Benedetto ha lasciato trapelare che non si immischierà nel modo più assoluto nelle azioni del nuovo Pontefice, chiudendosi nel silenzio più assoluto. Per i primi due mesi Benedetto vivrà a Castel Gandolfo, in attesa che finiscano i lavori di ristrutturazione del monastero Mater Ecclesiae, sito dentro i confini vaticani, per dedicarsi poi a una vita di autentica clausura. Il resto della sua esistenza, ha detto, sarà dedicata allo studio e alla preghiera. Intanto si sa che che all’ex Pontefice sarà concesso un appannaggio, una pensione, pari a 2500 euro al mese e sarà nominato  vescovo emerito di Roma. Non gli spetterà insomma quella che è la pensione cardinalizia da 5mila euro. L’ex Papa dovrà ovviamente evitare durante il Conclave qualunque incontro con i cardinali riuniti per eleggere il suo successore, mentre sembra che potrà portare via con sé ben poco, ad esempio non potrà avere le migliaia di suoi libri custoditi in biblioteca. Se vorrà un libro, dovrà farne richiesta alla biblioteca. Potrà portare via solo i doni che ha ricevuto durante il suo pontificato, il pianoforte, le lettere private e naturalmente i suoi effetti personali. A Rma in un deposito si custodiscono ancora i mobili dell’appartamento in cui viveva prima di diventare Papa: probabilmente gli verranno restituiti. Secondo le regole vaticane infatti dopo la morte di un Papa il suo appartamento viene sigillato e tutto quanto vi era contenuto portato nell’archivio segreto: per un numero fisso e determinato di anni tutto ciò che era appartenuto a un Papa viene sigillato e nessuno può accedervi. A volte anche per sempre. Giovanni Paolo II ad esempio aveva chiesto nel suo testamento che ogni sua lettera scritta quando era in vita venisse bruciata.  Il segretario don Stanislao Dziwisz si rifiutò di farlo. 



Per quatto riguarda tutte le carte invece di Benedetto, Padre Lombardo ha detto: “Chiederò al cardinale camerlengo Bertone, dopo che si sarà riunito con la Camera Apostolica e si sarà fatto un’idea precisa su questa questione.Sarà fatta una distinzione tra la documentazione d’ufficio che riguarda il governo della Chiesa, e quella personale, per esempio, gli appunti della trilogia su Gesù”.

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