Scherza con i fanti e lascia stare i santi? Niente da fare. Non bastavano Porta a Porta o Ballarò, Twitter o Facebook, quotidiani o radio, piazze o mercati. La politica si è presa anche San Valentino e Sanremo! Ora finalmente si vota e il tempo delle parole e delle promesse è finito. Nella speranza che al Carnevale della campagna elettorale non segua un’ulteriore Quaresima, visto che l’ipotesi di dover stringere ulteriormente la cinghia è tutt’altro che peregrina. Quale specialità scaccia-crisi, in questi giorni godiamoci la golosità benaugurante per eccellenza: il risotto allo zafferano.



Ha il colore dell’oro. Una volta nel piatto è sole, luce, in tavola. Servito ben mantecato e fumante ha gusto e profumo irresistibili. Ricetta che può far ben figurare giovani sposine o “cuoche alle prime armi”, che possono superare l’esame di suocere, nonne, mamme, con interpretazioni di sorprendente bontà. Quella proposta da mia figlia Monica, nella cena In ComPagnia organizzata con il Club di Papillon per raccogliere fondi a favore dei ristoratori emiliani che hanno avuto i locali danneggiati dal terremoto, ha strappato l’applauso dei commensali.



Prepararlo in casa, un problema lo pone: richiede pazienza, per i tempi di cottura. Pertanto, per persone pigre o sempre di fretta, questo è “il” piatto da riservare a soste in trattoria o ristorante” (ragione che rende ancora più odiosa la scelta di quei locali che ne vincolano il servizio all’essere almeno in due a ordinarlo). Tra le tavole dove questa gloria della cucina lombarda brilla diradando le nebbie invernali, indirizzi della predilezione di Paolo Massobrio e del sottoscritto, all’ombra della Madonnina, L’Altra Isola (via E.Porro 8/b – tel. 0260830205) e Masuelli (viale Umbria 80 – tel. 0255184138), “Le” trattorie più autentiche della città.



Fuori Milano, tre realtà a gestione giovane. Charlie (via Pisani Dossi, 28 – tel. 029406635) ad Albairate, di Daniele Picelli, “Lele”, e Marika Prina, chef e soci di valore dalla passione smisurata e dall’entusiasmo contagioso, che vi attendono in un locale bomboniera, romantico, con piccole salette curate, con pochi tavoli, dagli arredi elegantemente sfarzosi, con il camino sempre acceso. L’Osteria La Lira (via Amati 52 – tel. 0392026548) di Monza, scoperta di Papillon, dove patron Guido Ongaro e il talentuoso Salvino La Rocca, muovendo tra fantasia e tradizione, firmano un sontuoso risotto (nella foto), servito a chi volesse, anche con l’ossobuco.

E L’Antica Osteria Magenes (Via Cavour, 7 – tel. 02 9085125) di Barate di Gaggiano, dove “mamma Mariella” e i figli Dario e Diego, vi sorprenderanno con quel loro risotto che da anni si classifica sempre ai primi posti nelle gare di cucina in cui i migliori chef lombardi si sfidano nella preparazione del piatto simbolo di Milano.

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