Catania devastata da un fiume in piena che l’ha travolta ieri pomeriggio, arrivando ad allargare anche il municipio e tutto il centro città. E adesso si va di polemiche. Colpa del violento nubifragio che si è abbattuto sulla città certamente, ma anche di un presunto mancato allarme da parte della protezione civile: fortunatamente non si registrano vittime anche se ieri la paura è stata tanta, con la gente che cercava scampo salendo sui tetti delle abitazioni. Ricostruendo i fatti, verso le 16 si è abbattuto un violento temporale: ben presto i tombini hanno cominciato a saltare e dalle zone periferiche della città ha cominciato a scorrere acqua impetuosa che infilandosi in via Etna come un fiume in pieno ha allagato la piazza Duomo, centralissimo punto cittadino. Qui l’acqua ha travolto ogni cosa, macchine e motorini portandoli a schiantarsi sugli edifici e ovviamente tavolini e sedie dei bar della piazza. L’acqua ha invaso anche il municipio mentre in diverse zone della città gli alberi venivano sradicati e cadevano cornicioni. I vigili del fuoco hanno dovuto soccorrere automobilisti rimasti intrappolati nelle loro vetture. Si era anche temuto per un possibile disperso ma poi l’allarme è rientrato. Ferito un operaio che nella zona industriale della città cercava di mettere al riparo del materiale: è caduto in una buca profonda otto metri. E oggi le polemiche. L’amministrazione comunale accusa infatti la protezione civile di non aver diramato un allarme meteo. “Alla protezione civile comunale non era giunto dagli organi competenti della Protezione civile nazionale e regionale alcun bollettino di allerta meteo” dicono le autirotà cittadine. Si accusano anche la regione e il presidente Crocetta di non aver preso sul serio la situazione. Accuse che però vengono rimandate al mittente. Intanto in Sicilia la protezione civile non esiste perché “inadempiente” dal 2004. Esiste il Centro funzionale centrale del Dipartimento della Protezione civile che ha fatto sapere di aver emesso ieri un bollettino di criticità per le zone della Sicilia orientale. E viene chiesto all’amministrazione di Catania se in possesso “di un piano aggiornato, e magari esercitato, di protezione civile”.



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