C’è grande attesa per questo appuntamento domenicale con Papa Benedetto XVI. Dopo aver annunciato le proprie dimissioni, infatti, il Santo Padre reciterà, come sempre da Piazza San Pietro in Roma, l’Angelus della Domenica, ma questo sarà l’ultimo del suo Pontificato che si concluderà il prossimo 28 febbraio. Tantissimi i fedeli attesi dunque nella capitale, tanto che si parla addirittura di 250mila persone (dopo le 150mila viste invece durante l’Angelus di settimana scorsa). Sembra che, proprio in vista di questo atteso evento, le ricerche dei voli su Roma attraverso i siti internet siano addirittura quintuplicate, mentre in città, in queste ore, le forze dell’ordine stanno ultimando le operazioni per la messa in sicurezza dell’intera area intorno al Vaticano: la macchina organizzativa avviata per l’occasione prevede lo schieramento di quasi 2.000 uomini, tra agenti e volontari, che occuperanno i punti strategici in prossimità della piazza.



Intanto, nella giornata di ieri, il Papa ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il cui arrivo in piazza San Pietro, a bordo dell’auto presidenziale, ha destato la curiosità dei tanti turisti e romani assiepati nonostante tutto sotto la pioggia. Benedetto XVI, rivolgendosi al Capo dello Stato, ha fatto sapere che pregherà “per l’Italia”: “Signor Presidente – ha detto – ha trovato il tempo di venire a salutarmi”. “No, è lei mi ha dato opportunità di rivederla”, ha risposto Napolitano. Benedetto XVI si è poi rivolto alla curia al termine degli Esercizi spirituali: “Grazie a voi per questa comunità orante in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana”, ha detto, ricordando l’importanza della Parola di Dio per la Chiesa e facendo una osservazione sul “maligno” che vuole sempre “sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza”. 



Il Papa ha infine ringraziato la curia “per questi otto anni in cui avete portato con me, con grande competenza, affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino. Rimane in me questa gratitudine e anche se adesso finisce l’esteriore visibile comunione, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità della bellezza e dell’amore”. 

 

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