Il 25 febbraio è il giorno che il calendario della Santa Chiesa Romana ha fissato per la commemorazione e il ricordo del Beato Sebastiano dell’Apparizione. Sebastiano nacque nell’anno 1502 in Galizia in Spagna in una famiglia molto umile e povera. La sua infanzia e parte dell’adolescenza la trascorse insieme alla propria famiglia, pascolando greggi per cercare di dare una mano. In quel periodo la Galizia era una parte della Spagna molto povera e che non riusciva a offrire granché per i suoi abitanti in termini di lavoro e quindi prospettive per il futuro. La madre conscia di questa situazione tutt’altro che florida, all’età di quindici anni lo indusse a spostarsi fino alla ricca Castiglia, dove trovò un interessante impiego come tuttofare in una facoltosa casata guidata da una vedova. Da quanto si apprende dai racconti risalenti a quel periodo, sembra che la vedova cercò di approfittare di Sebastiano con continui tentativi di seduzione. Questo fece sì che Sebastiano decidesse di abbandonare questo impiego e si spostò verso Salamanca dove trovò un nuovo lavoro agli ordini di un ricco nobile della zona. Lavorò duramente e riuscì a guadagnare un cospicuo importo in denaro.
Dopo qualche anno, in lui si fece sentire in maniera piuttosto impellente la nostalgia di casa e quella vita all’aria aperta a pascolare le pecore che tutto sommato amava tantissimo. Tornato a casa con il gruzzoletto messo da parte, mostrando un animo molto generoso, decise di comprare la dote per entrambe le sue due sorelle affinché potessero trovare marito. Nonostante avesse guadagnato un bel po’ di soldi, decise di non volersi sposare per non incorrere nella tentazione della carne in quanto aveva stabilito da tempo di voler rimane casto per tutto il corso della propria vita. Furono diverse le donne che si offrirono a lui per un possibile matrimonio e questo contribuì alla sua decisone di emigrare nell’America Centrale e nello specifico in Messico. Sebastiano andò a vivere nella città di Puebla degli Angeli, dove incominciò a lavorare come bracciante nei campi. I primi tempi furono molto duri, ma le sue capacità imprenditoriali, gli consentirono di lasciare questo lavoro e aprire una propria attività sempre in ambito agricolo. Capì immediatamente l’importanza di avere delle strade per commerciare i beni che produceva e per questo decise di investire parte dei suoi averi per la costruzione di strade che collegavano Puebla degli Angelo con Città del Messico e altri importanti centri.
Tutto questo gli consentì di accrescere enormemente il proprio profitto, ma nonostante ciò condusse una vita molto austera e ligia nei confronti dei principi cristiani. Sebastiano, da uomo molto semplice e d’animo buono, si rese protagonista di diversi atti e opere caritatevoli a causa delle quali spese molto del proprio denaro. Infatti, oltre a dare da mangiare a poveri, a provvedere ai bisogni delle persone meno fortunate soleva prestare il proprio denaro senza alcuna garanzia e soprattutto senza richiedere alcun interesse. La sua fama crebbe a dismisura sia tra la popolazione indigena, sia tra la gente ispanica, tant’è che gran parte dei problemi che si palesavano all’interno della comunità venivano puntualmente affrontati e risolti da lui. Divenne insomma un punto di riferimento per tutti i cittadini e una persona sempre disponibile a dare una mano sia a livello spirituale che materiale.
All’età di 50 anni decise di abbandonare la vita imprenditoriale e, comprando un podere con tanto di fattoria, si dedicò all’allevamento del bestiame. Intorno ai 60 anni decise che fosse arrivato il momento giusto per prendere moglie, anche perché convinto che la tentazione della carne non lo potesse più toccare. Si sposò prima con una giovane donna dietro insistenza della sua famiglia, in quanto molto bisognosa, e poi con una seconda donna. Entrambe morirono per via di malattie. Intorno ai 72 anni si ammalò anche lui di un terribile male dal quale in maniera miracolosa riuscì a sopravvivere. Questo venne interpretato da lui come un segno della Provvidenza e perciò donò tutti i suoi beni a una comunità di Clarisse e allo stesso tempo divenne un terziario francescano.
Durante questo periodo della propria vita fu da esempio per tutti in quanto Sebastiano si mostrò sempre caritatevole, umile, e gentile con tutti. Di lui si racconta che riuscisse a farsi capire dagli animali proprio come San Francesco e durante i suoi viaggi venisse accompagnato dagli Angeli. Si spense il 25 febbraio 1600 all’età di 98 anni a Puebla degli Angeli dove ancora attualmente sono conservate le sue spoglie. È stato canonizzato il 17 maggio 1789 da Papa Pio VI.