Il 3 febbraio la Chiesa cattolica ricorda il vescovo e martire San Biagio vissuto intorno al terzo secolo dopo la nascita di Gesù Cristo. Sulla sua vita sono poche le notizie che si hanno a disposizioni e delle quali molto sono basate su racconti che si sono tramandati nei secoli. Biagio è originario di Sebaste, una città che si trova in quella che è l’attuale Armenia e a quanto sembra la sua data nascita dovrebbe essere intorno alla prima metà del terzo secolo dopo Cristo mentre la data della sua morte o per meglio dire del suo martirio, pare essere avvenuta nell’anno 316. Come si può evincere dal periodo storico nel quale è vissuto, Biagio ha dovuto subire la pesante ed oppressiva persecuzione che i Romani portarono avanti ai danni dei cristiani. Erano anni molto difficili per quanti volevano professare la propria fede ma questo non impedì a Biagio di farlo anche e soprattutto alla luce del sole. Di lui si sa che oltre a diventare un vescovo e un uomo fedele ai propri ideali anche dinnanzi alle minacce di morte, portò anche avanti degli studi che gli consentirono di diventare un valido medico dell’epoca.
Si racconta che una volta che i Romani lo catturarono fu torturato a morte e in particolar modo fu letteralmente scorticato. Queste torture avevano lo scopo di fargli ripudiare la religione cattolica ma San Biagio neppure davanti alla morte voltò le spalle al Signore preferendo che gli venisse tagliata la testa. Un gesto di grandissima fede, che lo ha reso un santo moto popolare sia nelle nazioni occidentali e sia in quelle orientali. Inoltre sono diversi i miracoli che gli vengono riconosciuti sia durante la sua vita terrena a Sebaste allorché rivestiva il ruolo di vescovo e sia dopo la sua morte.
Si narra che durante il suo periodo di detenzione nelle prigioni romane riuscì a salvare la vita ad un giovane ragazzo che mentre mangiava del pesce, stava morendo soffocato per via dia una lisca che si conficcò nella sua trachea. Un episodio che è stato tramandato di generazione in generazione grazie ai presenti, tant’è che viene spesso invocato per curare tutti quei mali che riguardano l’apparato respiratorio. Un altro miracolo attribuito a San Biagio e che è avvenuta più di mille anni dopo la sua morte è quello che accadde nel 1542 nella cittadina di Salemi in provincia di Trapani. In quel tempo questa cittadina siciliana era in grossa difficoltà per via di una drammatica carestia che aveva reso impossibile riuscire a procurarsi qualsiasi forma di cibo. La colpa era di una vera e propria invasione di cavallette che in pratica distrussero tutto il raccolto. Gli abitanti di Salemi pregarono lungamente San Biagio affinché intercedesse per loro ed effettivamente ciò avvenne: la cittadina improvvisamente vide scomparire nel nulla quell’esercito di cavallette.
A sottolineare la grande devozione che c’è in questo luogo per San Biagio, ogni 3 febbraio si celebra una festa popolare in cui viene ricordato l’arrivo e la sparizione delle cavallette. Altro fatto miracoloso avvenne nel 1298 nella città di Fiuggi nella provincia di Frosinone. La città era ormai pronta per subire un terribile attacco da parte un esercito nemico allorché dopo le preghiere dei fedeli, San Biagio bloccò l’avanzata dell’esercito inducendolo a ritornare indietro in ragione di alcune fiamme che improvvisamente si elevarono sulla città stessa.
Si trattava di fiamme finte e che fecero credere al nemico che Fiuggi fosse ormai prossima nel diventare un cumulo di cenere. I festeggiamenti per San Biagio che è patrono di diverse cittadine italiane, vedono a Cannara in provincia di Perugia, gli abitanti del luogo sfidarsi da diversi secoli in particolari giochi che traggono antiche origini. Le reliquie di San Biagio si trovano nella Basilica di Maratea in provincia di Potenza e una curiosità molto interessante riguarda proprio questo luogo. Infatti, sempre nella Basilica è conservata una palla di ferro che agli inizi del 1800 fu sparata contro le mura della città dall’esercito francese. Secondo la tradizione, questa palla miracolosamente non sarebbe esplosa e pare che su di essa vi siano impresse delle impronte appartenenti proprio a San Biagio che avrebbe così salvato la popolazione.