Il 7 febbraio il calendario romano celebra e ricorda la figura di Beato Giacomo Sales, un gesuita divenuto martire durante le terribili guerre religiose che si ebbero in Francia e un po’ in un tutta Europa nella parte finale del 1500, a seguito della riforma protestante che fu portata avanti da Giovanni Calvino e che diede la vita nel Paese Transalpino ai cosiddetti Ugonotti e in quelli anglofoni i cosiddetti Puritani. Giacomo nacque il 21 marzo 1556 a Lezoux, un piccolo comune francese ubicato nell’odierna regione dell’Alvernia da una famiglia molto religiosa e particolarmente attenta a che il piccolo Giacomo potesse essere educato secondo i canoni cristiani. Questo fece in modo che in Giacomo, ancorché giovanissimo, nascesse quel forte sentimento di consacrare la propria vita a Gesù Cristo.
Infatti, alla tenera età di sette anni non solo frequentava in maniera assidua la piccola Chiesa presente a Lezoux, ma già serviva la messa come chierichetto praticamente tutti i giorni. Sorpreso da tale amore verso il Signore, il parroco decise di aiutare Giacomo a potersi permettere di seguire il classico percorso formativo religioso. Giacomo poté così frequentare il Collegio di Billom diretto dai Gesuiti: vi entrò nel 1568 per poi uscirvi nel 1573. Da qui passò al collegio di Parigi, dove ebbe modo di incominciare in maniera più concreta gli studi che poi gli consentirono nel 1585 di essere ordinato sacerdote.
Giacomo comunque si distinse anche per le grandi conoscenze culturali che aveva fatte proprie, tant’è che nel 1590 incominciò a insegnare filosofia e teologia in diverse strutture scolastiche. Le sue lezioni, che sovente teneva sul ruolo e sulla dottrina di San Tommaso d’Aquino, erano talmente interessanti e suggestive che furono seguite anche da tantissime persone calviniste che grazie a lui si riconvertirono al cristianesimo. In ragione di questa sua capacità e della sua grande devozione fu inviato insieme a un altro gesuita, in una sorta di opera missionaria ad Aubenas, dove la rivolta calvinista era più che mai forte. Giacomo sapeva benissimo di essere messo su un cammino che portava a morte certa, ma questo non gli impedì di servire il Signore.
I risultati che riuscì a ottenere furono talmente rilevanti che il Governatore della città chiese e ottenne che potesse restare tra di loro quanto meno fino alla Pasqua successiva. Ovviamente Giacomo non si oppose a tale richiesta e anzi fu molto contento di poter continuare la propria opera missionaria. Purtroppo nella notte del 5 febbraio, durante un attacco degli ugonotti, fu fatto prigioniero mentre era in preghiera ben conscio di quello che stava accadendo.
Giacomo fu portato innanzi a una sorta di tribunale composto soltanto da calvinisti a cui vi era a capo un personaggio contro cui Giacomo aveva spesso combattuto a livello dialettico, mettendolo praticamente sempre in difficoltà. Questo era il momento della vendetta. Infatti, nonostante le argomentazioni proposte a sua difesa fossero piuttosto convincenti e assolutamente inattaccabili, in un momento di ira pretese che venisse immediatamente giustiziato. Così Giacomo fu portato al centro della piazza e fu prima percosso con tanto di frattura di alcune ossa e poi ucciso con diverse pugnalate. Giacomo Sales fu ucciso il 7 febbraio 1593 ed è stato beatificato soltanto il 6 giugno 1926 da papa Pio XI.