I bookmaker anglosassoni lo danno da sempre come favorito. Il papabile per eccellenza è l’arcivescovo Angelo Scola, arcivescovo di Milano, già Patriarca di Venezia, sedi che hanno donato alla Chiesa Cattolica il maggior numero di Pontefici del secolo scorso, cardinale presbitero del titolo dei Santi XII Apostoli, metropolita della Provincia milanese e capo del Rito Ambrosiano. Nato sulle sponde lecchesi del lago di Como, e precisamente a Malgrate, il 7 novembre 1941, in una famiglia di umili origini (papà camionista – che come ricorda spesso il cardinale – ha lavorato duramente per consentire gli studi ai figli Pietro, morto nel 1983, e Angelo, il minore – e mamma casalinga) riceve la prima educazione cristiana in parrocchia e poi nell’Azione cattolica e nel ’58 incontra don Giussani, appassionandosi ai contenuti dell’esperienza cristiana che il sacerdote milanese cerca di comunicare ai giovani diventa presidente di Gioventù studentesca di Lecco. Terminati gli studi superiori, si iscrive dapprima al Politecnico di Milano ma dopo un anno cambia radicalmente percorso di studi e si iscrive all’Università Cattolica dove si laurea in filosofia nel 1967. Durante questo periodo diviene prima vicepresidente e poi presidente della Fuci, l’organizzazione degli universitari cattolici.



Dopo la laurea, segue la vocazione sacerdotale entrando nel seminario diocesano di Venegono. Dopo alcuni anni, in seguito ad una differente visione dell’opportunità di anticipare l’ammissione agli ordini minori che gli avrebbero evitato il servizio militare – che all’epoca durava 18 mesi e che gli avrebbe fatto rimandare l’ordinazione sacerdotale – il seminarista Scola lascia il seminario ambrosiano ed entra in quello di Teramo dove è ordinato sacerdote il 18 luglio 1970. 



Negli anni successivi partecipa attivamente al movimento Comunione e Liberazione con diverse responsabilità da cui si dimetterà al momneto della consacrazione episcopale, e nel 1976 partecipa al primo convegno ecclesiale organizzato dalla CEI su “Evangelizzazione e promozione umana”.

La sua attvità in ambito accademico inizia nel 1979 presso l’Università di Friburgo, dove diviene dapprima assistente ricercatore presso la cattedra di Filosofia politica e poi assistente in Teologia morale. In questi anni collabora attivamente con Jozef Ratzinger, il futuro papa Benedetto XVI, e con teologi di fama, tra cui Hans Urs von Balthasar, con cui fonda la rivista internazionale di teologia “Communio”. Nel 1982 è nominato professore di Antropologia Teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, presso la Pontificia Università Lateranense di Roma ed è stato anche Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.



Il 20 luglio 1991 viene nominato vescovo di Grosseto e in questa occasione sceglie il suo motto episcopale, «Sufficit gratia tua» («Basta la Tua grazia»): vi rimane fino al 1995 dopo aver riaperto il seminario diocesano e aver fondato al scuola media e il liceo diocesani. Nel luglio 2005 viene nominato rettore della Pontifica università Lateranense che guiderà fino alla nomina a Patriarca di Venezia il 5 gennaio 2002, dove dà un impulso sia alla vita delle parrocchie che alla vita culturale promuovendo lo Studium Generale Marcianum e la Fondazione Oasis per il rapporto con le Chiese d’Oriente. Un anno e mezzo dopo è nominato cardinale da Giovanni Paolo II. 

Nel 2011 Benedetto XVI, con una mossa senza precedenti, lo trasferisce dalla prestigiosa sede patriarcale di Venezia alla cattedra di San’Ambrogio, nominandolo arcivescovo di Milano, diocesi in cui fa il suo ingresso il 25 settembre dello stesso anno.

Autore di numerosi volumi e articoli teologici, pastorali e culturali, ha partecipato quattro volte all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi: la prima nel 1987 come esperto; la seconda, nel 2005,come Relatore Generale sul tema “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”; infine nel 2008 e nel 2012 come Padre Sinodale. 

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