Uno dei tre cardinali italiani candidati alla successione di Ratzinger è Gianfranco Ravasi, 71 anni, ebraista, teologo, biblista, arcivescovo titolare di Villamagna di Preconsolare, cardinale diacono del titolo di San Giorgio in Velabro. Primogenito di tre figli, è nato a Merate, nella Brianza lecchese. La sua iscrizione al seminario era inizialmente motivata al desiderio di diventare insegnante come la madre e da subito il giovane Ravasi si è distinto per la sua brillante intelligenza studiando l’ebraico e il greco. Il 28 giugno 1966 è stato ordinato sacerdote nel Duomo di Milano, dal cardinale Giovanni Colombo, quindi ha continuato a studiare a Roma alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, dove ha discusso la tesi finale in Sacra Scrittura. Tornato a Milano, è stato nominato professore di Esegesi biblica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e al Seminario arcivescovile di Milano. Appassionato di archeologia, si è recato diverse volte nei luoghi degli scavi in Turchia, Iraq, Giordania e Siria. Canale 5 nel 1988 lo ha scelto per dirigere la parte biblica del programma “Le frontiere dello spirito”. Un’occasione, quest’ultima, per riproporre una costante catechesi attraverso il piccolo schermo. Grande stima nutriva per lui l’arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini che nel 1989 lo nomina Prefetto della Biblioteca Ambrosiana istituita nel 1607 dal cardinale Federico Borromeo e che custodisce nelle sue sale preziosi incunaboli e importanti manoscritti, tra cui opere originali dei più grandi scrittori italiani dei secoli scorsi, basti citare il famosissimo “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci. Rimane alla guida della prestigiosa istituzione culturale fino al 2007 quando Benedetto XVI lo consacra vescovo e lo chiama a guidare il Pontificio Consiglio per la Cultura, conferendogli la berretta cardinalizia nel 2010.



Come ha dichiarato lo stesso cardinale Ravasi, “contro l’aggressione continua della civiltà del benessere il cristiano è invitato oggi a costruire la genuina scala dei valori delle scelte. Incubi, stress, angoscia nascono da questa maniacale ricerca di feticci, di cose, di denaro e di godimento immediato. Le cose e l’allegria sono dotate di senso solo quando sono inserite in un quadro autentico di valori. Colui che si lega col cuore alle cose morte diventa partecipe del loro destino”.



Un articolo pubblicato su Il Sole-24 Ore nel 2005 sembra gli sia costato il posto di vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, per la quale era il principale candidato. Parlando della Pasqua, Ravasi aveva scritto che Gesù Cristo non è “colui che viene risorto” bensì “colui che risorge”. La Congregazione per i Vescovi ritenne che questa affermazione avesse delle implicazioni potenzialmente eterodosse. Tuttavia nel 2007 Papa Ratzinger gli ha chiesto personalmente di scrivere le meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo.



In una lettera indirizzata a Ravasi, Benedetto XVI lo ha ringraziato con parole particolarmente calorose: “Lei ha proposto un itinerario suggestivo attraverso il Salterio, seguendo un duplice movimento: ascendente e discendente. I Salmi infatti orientano anzitutto verso il Volto di Dio, verso il mistero in cui la mente umana naufraga, ma che la stessa Parola divina permette di cogliere secondo i diversi profili in cui Dio stesso si è rivelato”. Oltre che curatore per molti anni della rubrica “Mattutino” sulla prima pagina di Avvenire, il cardinal Ravasi collabora con Jesus, Famiglia Cristiana, Il Sole-24 Ore, L’Osservatore Romano e il settimanale polacco Przewodnik Katolicki. Ha inoltre scritto diversi libri di esegesi e di divulgazione biblica. Tra questi non si può non citare “Le porte del peccato”, ma è molto importante anche “Via Crucis al Colosseo con Benedetto XVI”.

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