È arrivato il momento che tutti i fedeli attendevano. Questa mattina alle 10 si è aperto con la santa messa nella Basilica di San Pietro il Conclave per eleggere il prossimo pontefice (clicca qui per la diretta live del Conclave 2013). Alla liturgia presieduta dal cardinale Decano, Angelo Sodano, hanno partecipato tutti i cardinali, anche quelli non elettori. Alle 15.45 avrà inizio il Consesso, ovvero il raduno dei 115 elettori nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, mentre alle 16.30 inizia la processione fino alla Cappella Sistina, lì i cardinali giurano la loro fedeltà alla costituzione apostolica e l’impegno a mantenere segreto tutto quello che succede nel Conclave, dopo di che il Maestro delle celebrazioni, monsignor Guido Marini, ordinerà l’Extra Omnes, il “fuori tutti”: da quel momento in poi gli estranei usciranno dalla Cappella Sistina (chiusa cum clave) e i 115 cardinali elettori rimarranno soli per iniziare le operazioni di voto, che si dovranno concludere entro le 19.15.



Se non è stato eletto il Papa, i cardinali dopo la preghiera vespertina ritorneranno alla casa di Santa Marta, dove per le 20.00 è prevista la cena. (Nei giorni del Conclave per mantenere il più stretto riserbo sulle votazioni sarà impossibile usare il cellulare e internet in tutta l’area di San Pietro). Nei giorni successivi, alle 6.30 sono previste sveglia e colazione, alle 7.45 il trasferimento nel Palazzo Apostolico, dove alle 8.15, nella Cappella Paolina, si celebrerà la Messa. Alle 9.30 si ritorna nella Cappella Sistina, dove le votazioni proseguiranno fino alle 12.30, quando i cardinali dovranno andare tutti a Santa Marta per il pranzo. Nel pomeriggio alle 16 il ritorno nella Cappella Sistina per le votazioni pomeridiane: gli scrutini inizieranno alle 16.50 e si concluderanno alle 19.15. Quindi preghiera vespertina e ritorno a Santa Marta alle 19.30 e cena alle 20.



Tutti i giorni lo stesso iter finchè non si arriverà all’elezione del successore di Pietro.

Dei 115 cardinali, 60 sono europei e 55 del resto del Mondo. La nazione più rappresentata è l’Italia, con 28 elettori, poi c’è il Sudamerica con 19 cardinali, il Nord America con 14, l’Africa con 11 e l’Asia con 10. L’elettore, in segreto, deve scrivere “chiaramente, ma con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge”. Piega la scheda a metà e tenendola sollevata e visibile a tutti si avvicina all’altare degli scrutatori. Giura: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”. Mette la scheda su un piatto e la fa scivolare dentro un calice usato come urna. Si inchina davanti all’altare e ritorna al suo posto. A fine votazione il primo scrutatore agita più volte l’urna per mescolare le schede e il terzo scrutatore trasferisce le schede, una alla volta, dentro un altro calice. Se il numero di schede corrisponde al totale degli elettori si procede allo scrutinio.



Il nome del nuovo Papa dovrà aver preso una maggioranza qualificata di due terzi dei voti: se dopo la 33esima o 34esima votazione questa non sarà stata raggiunta, si passerà obbligatoriamente al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio (e anche in questo caso servirà la maggioranza dei due terzi.

Una volta stabilito l’eletto, uno tra il decano, il vice decano o il primo cardinale dei cardinali vescovi si rivolgerà al nuovo Pontefice chiedendo: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?). Dopo la positiva risposta, giungerà una nuova domanda: “Quo nomine vis vocari?” (Come vuoi essere chiamato?), a cui il Papa dovrà rispondere con il nome pontificale. È a quel punto che le schede verranno bruciate nella stufa, mentre in un’altra stufa verrà acceso il fumogeno per indicare la fumata bianca ben visibile da piazza San Pietro.

Al termine del Conclave, il nuovo Papa si recherà nella cosiddetta “stanza delle lacrime”, dove indosserà per la prima volta i paramenti papali.

Vestiti i panni da Pontefice saluterà i fedeli dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro. A precederlo sarà il cardinale protodiacono, il francese Jean Louis Tauran, che annuncia alla folla la formula di rito che inizia così: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam”. Un indizio significativo sulla direzione che il successore di Benedetto XVI vorrà dare al suo pontificato arriverà dal nome che verrà scelto.

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