Potrebbe accadere che le Guardie Svizzere, che sono la guardia personale del Pontefice, si trovino a “difendere” proprio uno svizzero. Sì, perché tra i tra i cardinali ritenuti con più possibilità di succedere a Ratzinger c’è anche un cittadino svizzero. È Kurt Koch, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Nato a Emmenbrücke, vicino a Basilea, in Svizzera, il 15 marzo 1950, è di umili origini: figlio di un semplice operaio e di una casalinga, fin da giovane si appassiona di ecumenismo, che diventerà ben presto oggetto dei suoi studi.



Viene ordinato sacerdote il 20 giugno 1982. Insegna teologia fondamentale alla Facoltà cattolica di Friburgo per un semestre, mentre nel 1989 diventa professore di Dogmatica e liturgia alla facoltà di Lucerna e professore di Teologia ecumenica presso l’Istituto catechetico. Per volere di Giovanni Paolo II diventa vescovo di Basilea. Sceglierà per sé il motto “Ut sit in omnibus Christus primatum tenens“, ovvero “Affinché Cristo sia prima di tutte le cose”. La nomina al Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani risale al 1° luglio 2010. Contestualmente, Benedetto XVI lo ha elevato al rango arcivescovile.



Nel 2010 è stato relatore principale del cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, il convegno annuale che riunisce gli ex allievi del Pontefice emerito. In seguito è entrato a far parte della Congregazione per la Dottrina della fede. È stato creato cardinale da Benedetto XVI, con il titolo della Diaconia di Nostra Signora del Sacro Cuore.

Leggi anche

Gisele Pelicot: chiesti 20 anni di carcere per il marito/ L'ha sedata, stuprata e fatta violentare 200 voltePAPA FRANCESCO/ Don Lino e l'imprevisto di Sant'AnnaPAPA FRANCESCO/ Intensificare il dialogo tra le religioni, a cominciare dall'IslamPAPA/ Cottier: così il "tesoro" di Benedetto XVI aiuta il dialogo di Francesco