Dovesse diventar Papa, oltre ad essere il primo vescovo di colore di Roma, potrebbe esserne anche l’ultimo. Non può sfuggire il fatto che, se Peter Kodwo Appiah Turkson salisse al Soglio pontificio, avremmo, per la seconda volta, un Papa di nome Pietro. Ovvero, secondo le profezie dello Pseudomalachia, l’ultimo pontefice prima della fine del mondo. Ma in Vaticano non danno molto peso alle profezie millenaristiche, per cui il nome del cardinal Turkson è stato inserito nella lista dei papabili non solo per folclore. Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Peter Turkson è arcivescovo emerito di Cape Coast, in Ghana, Paese del quale è stato il primo cardinale nativo, creato con il titolo di San Liborio da papa Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 ottobre 2033.
Nato a Wassaw Nsuta, per l’appunto in Ghana, l’11 ottobre 1948, è stato ordinato sacerdote il 20 luglio 1975. Nel decennio successivo ha insegnato Sacra Scrittura – per la quale si è specializzato a Roma – presso il St. Theresa’s Minor Seminary assumendo anche l’incarico di vicerettore del St. Peter’s Major Seminary. La nomina ad arcivescovo della diocesi di Cape Coast arriva il 6 ottobre 1992. Quella al Consiglio attualmente presieduto, invece, è giunta il 24 ottobre 2009, una volta conclusosi il Sinodo per l’Africa di cui è stato Relatore Generale. Il cardinale Turkson fa parte anche della Congregazione per la dottrina della fede. Favorito nei rapporti internazionali per la conoscenza di ben sei lingue – Fante (lingua nativa), inglese, francese, tedesco, italiano ed ebraico – è stato presidente dei vescovi cattolici del Ghana e ha svolto numerosi incarichi nelle organizzazioni della Chiesa cattolica in Africa.