Il 12 marzo si festeggia San Luigi Orione, nato a Pontecurone (Tortona) nel giugno 1872. Nasce in una famiglia molto semplice, umile: la madre è una donna di casa, mentre il papà è un selciatore di strade. Riceve un’educazione molto profonda e gli vengono inculcati sani principi di fede. Già bambino, intorno ai 10 anni inizia a sentire una forte vocazione al sacerdozio, ma sceglie di seguire il padre nel suo lavoro, in giro per le strade, fino ai 13 anni. A quella età, nel 1885, sceglie di entrare in convento: si rivolge ai francescani di Voghera, in provincia di Pavia, ma dopo un tempo molto breve è costretto a rientrare in casa dai genitori. Viene infatti colpito da una brutta polmonite che addirittura ne mette a repentaglio la vita.



Dopo alcuni mesi di cura, nel 1886 ritorna dai suoi amati francescani e fino al 1889 si trasferisce a Valdocco, Torino, per studiare presso l’Oratorio, dove fa la conoscenza di un personaggio che si rivelerà chiave, nella sua vita: San Giovanni Bosco. Terminato il triennio di studi, decide di iniziare gli studi in filosofia, riconoscendosi subito molto vicino ai problemi della Chiesa, in quegli anni attraversata da diversi disagi. Attento non solo ai problemi della Chiesa, ma anche sensibile alle problematiche sociali, Luigi si rende ben presto conto che il futuro e la salvezza della Chiesa risiedono nei giovani, ed è infatti a loro che decide di dedicare studio, attenzione ed energie aprendo a Tortona, il 3 luglio 1892, un oratorio per l’educazione cristiana dei ragazzi. A meno di un anno, chierico, apre un collegio destinato ai ragazzi poveri e disagiati.



A soli 23 anni viene ordinato sacerdote insieme ad alcuni dei suoi “ragazzi” con l’aiuto dei quali, peraltro continua l’attività di apertura di case di ascolto e di accoglienza destinate ai meno fortunati in ogni parte di Italia: dalla provincia di Pavia, a Roma, da Noto, in Sicilia, fino a Sanremo. La sua attività, a metà strada tra l’evangelizzazione e il volontariato, raccoglie ovunque molti proseliti: chierici e sacerdoti che insieme a lui costituiscono il primo gruppo della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Questa congregazione fu riconosciuta canonicamente da Igino Bindi, Vescovo di Tortona, il 21 marzo del 1903, sancendo che i figli della Divina Provvidenza dovessero “collaborare per portare i piccoli, i poveri e il popolo alla Chiesa e al Papa, mediante le opere di carità“. 



Gli anni successivi lo vedono impegnato nell’aiuto delle vittime del terremoto che colpisce la città di Messina nel 1908: da particolare supporto agli orfani, a chi è rimasto senza più una casa e si dedica personalmente all’attività di ricostruzione. Dopo la Sicilia è la volta del Brasile: la sua opera di carità e di evangelizzazione è destinata ad arrivare anche in America Latina. Nel 1913 parte la prima spedizione di missionari destinati a creare anche oltre oceano case famiglia, centri di ascolto e portare ovunque la parola di Cristo.

Negli anni a venire è tutto un susseguirsi di aperture di fondazioni e istituti educativi, che, non di rado coinvolgevano anche i laici. Tale frenetica attività raggiunge il suo apice nel primo dopoguerra, periodo durante il quale sorgono in ogni città d’Italia, ma anche in molte regioni del Sud America, istituzioni per i bisognosi: Uruguay, Argentina, Brasile, Cile, ma anche Rodi, Polonia, Palestina sono solo alcune delle zone raggiunte dalla mano caritatevole di Orione.

Dopo una vita vissuta all’insegna della generosità, della filantropia e della cura del prossimo, nel 1940, Luigi Orione decide di ricoverarsi a seguito del manifestarsi di due attacchi di cuore. Stroncato dal terzo, muore il 12 marzo 1940, bisbigliando: “Gesù! Gesù! Vado“. Alla sua morte, la sua salma è contesa un po’ da tutti i paesi e le città dove la parola di Orione è giunta, ma alla fine è Tortona, il suo paese d’origine, ad accoglierlo. Il fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza è stato beatificato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II, che lo ha proclamato santo il 16 maggio 2004.