A poche ore dall’ascesa al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, eletto ieri nuovo Papa con il nome di Francesco, tutti i quotidiani inglesi tornano a parlare in coro delle isole Falkland, contese da quasi due secoli da Argentina e Gran Bretagna. Gli abitanti di quelle stese isole, nei giorni scorsi, hanno votato con una netta maggioranza (il 98,8%, di fatto un plebiscito) a favore del mantenimento del controllo britannico sul territorio, inviando così un messaggio forte all’Argentina che però considera nullo lo scrutinio, come se non fosse avvenuto. Cosa c’entra Papa Francesco in questa disputa? I tabloid d’Oltremanica hanno puntualmente ricordato l’omelia pronunciata nell’aprile scorso dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, in occasione del trentennale del conflitto: “Non dimenticate quelli che sono caduti durante la guerra perché hanno sparso il loro sangue su suolo argentino”, affermava Bergoglio. “Siamo qui a pregare per tutti quelli che sono caduti – aggiungeva – figli della patria che sono andati a difendere le loro madri, per reclamare ciò che era loro, parte della patria, che è stata usurpata”. Un termine molto forte a conferma di una netta presa di posizione che, il giorno dopo l’attesa fumata bianca, riapre il dibattito. Altrettanto cristalline sono le parole del premier britannico David Cameron a seguito della schiacciante vittoria dei “sì” al mantenimento del controllo britannico sul territorio: “Gli abitanti delle Falkland non avrebbero potuto esprimersi in modo più chiaro – ha detto – Vogliono rimanere britannici. Questa volontà dovrebbe essere rispettata da tutti, compresa l’Argentina”.