Il nuovo Papa, nel simbolo cardinalizio, ha un grappolo d’uva, che nell’interpretazione è diventato un esercizio simile a quello del nome (Francesco Saverio o d’Assisi?). Qui ci si chiede: è grignolino, uva coltivata a Portacomaro dove abitarono i suoi nonni, oppure è freisa, uva del Basso Monferrato, dove nacque san Giovanni Bosco e da dove era originario il ceppo dei Bergoglio? Certo, come ha ricordato ieri Paolo Massobrio, anche i nonni del nuovo Papa dovettero lasciare il Piemonte portandosi in Argentina solo due cose: la fede e il sogno di una vita migliore, non più segnata dalla miseria. E per tanti piemontesi, “La Merica”, è stata la terra del riscatto. Oggi di quegli anni bui e di quella terra inospitale che invitava a fuggire, non sono rimaste che le storie di sacrifici e di speranza, che sono risuonate in tutto il mondo, ieri. Ora, quel Monferrato astigiano dove aveva le vigne il nonno del Santo Padre, è un angolo tra i più accoglienti e affascinanti d’Italia.
E allora, in questi primi fine settimana di primavera, perché non andare alla scoperta dei luoghi dove ha le sue radici il sommo Pontefice? Muovendo proprio da Portacomaro Stazione, il paese dei Bergoglio, dove ancora vivono i cugini Armando, Anna e Delmo ci si imbatte nella trattoria Bandini, in frazione Cornapò (tel. 0141 299252) dove fanno gli agnolotti de.co. di Asti e tante altre cose buone con la tenere carne di razza bovina piemontese.
Nella frazione dei nonno del Papa, a Portacomaro stazione c’è invece l’ottima pizzeria da Silvio (tel. 0141 296228), che ha come specialità la pizza ai porcini. Pochi chilometri più avanti saranno sufficienti per raggiungere Montemagno, dove si affaccia sulle colline uno dei relais più affascinanti dell’intero Monferrato, la Tenuta Montemagno (tel.014163624), e dove sarà un sogno riposare nel silenzio della campagna (anche nell’ottimo B&B i Gelsi).
E qui andate a cercare la cucina della Braja dei fratelli Palermino, per una curiosa cucina piemontese-pugliese (tel. 0141 653925) mentre a Castagnole Monferrato, dove il parroco riabilitò il vino Ruchè cercate la tavola di Geppe (0141292113), per la sua trippa e il pollo alla cacciatora. Sempre in zona, a Castell’Alfero, due tavole, imperdibili: il Casot in frazione Perno (tel. 0141 204118) con un geniale giovane che ha riabilitato i piatti della memoria e da Marisa (tel. 0141 204115), corona radiosa della nostra guida (Il Golosario-Ristoranti su iPhone e iPad) con sale e cucina nel castello del paese che dà su uno dei panorami mozzafiato del Monferrato. Qui non perdetevi il coniglio all’Arneis, ma anche gli gnocchi, i tajarin e il vitello tonnato.
Nei bicchieri? Grignolino, il vino del cuore di papa Francesco, con l’Arlandino della Tenuta Santa Caterina (tel. 0141925108) di Grazzano Badoglio. Quindi il Ruchè di Luca Ferraris (tel. 0141292202) di Castagnole Monferrato.
Oppure la Barbera, nella versione vivace, con La Matutona della Cantina Post dal vin (tel. 0141644143) di Rocchetta Tanaro, mentre nelle versioni cosiddette ferme, con Montebruna di Braida (tel. 0141644113) di Rocchetta Tanaro, e Piano Alto Superiore Nizza di Bava (tel. 0141907083) di Cocconato, che si propongono con emozionanti profumi di rosa e viola e con sorso profondo e affascinante.
Terra benedetta il Monferrato!