La difesa, nell’ambito del processo Sarah Scazzi, è partita al contrattacco. Franco De Jaco, uno dei difensori di Cosima Serrano, accusata assieme alla figlia Sabrina di omicidio, soppressione di cadavere e sequestro di persona, si è detto convinto che nell’ambito del processo penale tutti coloro che hanno espresso tesi e opinioni differenti da quelle dell’accusa sono stati tacciati di dire il falso. Al contrario, chiunque ha avvallato le tesi contro le imputate, pur non dicendo la verità è stato sovente elevato al rango di supertestimone. Nel corso della sua arringa di fronte ai giudici della Corte di Assise del Tribunale di Taranto, l’avvocato ha aggiunto che non ci sarebbe alcuna prova – materiale o morale – del coinvolgimento di Cosima nell’assassinio della quindicenne di Avetrana. Secondo De Jaco, ci sarebbe un solo colpevole, e sarebbe Michele Misseri, il marito di Cosima, l’uomo che fece ritrovare il cadavere, accusandosi e discolpandosi, a più riprese, dell’omicidio. «Il delitto non è avvenuto con la partecipazione, né attiva né passiva, di Cosima Serrano», ha dichiarato denunciando quei testimoni che, tra l’agosto del 2010 e il giugno del 2011, cambiarono più volte versione dei fatti.



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