Il calendario della Chiesa Cattolica ha fissato per il 20 marzo la celebrazione di San Giovanni Nepomuceno. Il santo nacque a Nepomuk prima del 1349 e operò come sacerdote nella Repubblica Ceca, più precisamente nella cattedrale di Praga prima e poi predicatore nella corte di Re Venceslao. Fu proprio re Venceslao a volerlo morto tramite la pratica del soffocamento in acqua e proprio per questo papa Benedetto XIII nel 1729 lo proclamò santo protettore di tutte le persone in pericolo di annegamento. Egli è considerato inoltre il difensore della Boemia e dei confessori.



Tra i documenti rinvenuti finora che riportano chiaramente il nome di Giovanni Nepomuk vi sono anche i registri ecclesiastici del 1393 che attestano il suo ruolo di vicario a Praga. Negli stessi registri ecclesiastici si trova riportata anche la notizia della sua morte per mano di re Venceslao IV che lo gettò nel Moldava facendolo affogare.



Giovanni era figlio di una famiglia di Nepomuk, una piccola cittadina non molto distante da Pilsen nel territorio della Boemia. Dopo aver studiato sia teologia che giurisprudenza all’università di Praga decise di prendere gli ordini e divenne così, nel 1373, notaio della cancelleria episcopale. Questo diede il via alla sua vita ecclesiastica. Nel 1374 diventò notaio e nel frattempo continuò i suoi studi di giurisprudenza. Nel 1387 riuscì a conseguire la laurea in diritto canonico e così divenne uno dei canonici della chiesa di Sant’Egidio a Praga. Successivamente operò anche nella chiesa di San Gallo e nella cattedrale di Wyschehrad. Nel 1390 San Giovanni divenne arcidiacono di Sasz e poi canonico della cattedrale di San Vito, questo lo fece notare dall’arcivescovo di Praga che subito poco dopo lo chiamò a operare come presidente del tribunale ecclesiastico e infine nel 1393 come suo vicario generale.



Intanto a regnare la Boemia c’è l’imperatore del Sacro Romano Impero, Venceslao IV, che desiderava fondare una diocesi da assegnare a uno dei suoi favoriti e per riuscirci stabilì il divieto di eleggere un successore alla morte dell’abate Rarek di Kladrau e ordinò che la chiesa venisse trasformata in sede vescovile. Il santo si oppose fermamente a questi ordini perché violavano i diritti canonici e alla morte di Rarek elesse immediatamente il monaco Odelenus come successore disobbedendo agli ordini monarchici. Questa disobbedienza portò il re Venceslao a ordinare l’arresto di Giovanni Nepomuk, del vicario della cattedrale, il prevosto, dell’assistente dell’arcivescovo e del decano dei canonici.

Dopo numerose torture, tutti cedettero alle richieste del re tranne Giovanni che resistette a tutto. Il re decise quindi di farlo incatenare e di farlo sfilare nella città fino al fiume Moldava dove lo gettò in acqua e lo lasciò annegare. Secondo un’altra versione della storia del santo, la causa della sua morte fu voluta dal re perché Giovanni non volle dirgli la confessione avuta dalla regina della Boemia, in quanto il re era dubbioso della sua fedeltà. Tutt’oggi sul luogo dell’esecuzione del santo si trova una lapide in suo onore e le credenze del posto dicono che chiunque tocchi la pietra sepolcrale con la mano sinistra avrà fortuna per ben dieci anni.

Per centinaia di anni Giovanni Nepomuceno è stato venerato solo dalla chiesa boema e dopo numerose richieste nel 1721 fu beatificato e nel 1729 venne canonizzato. Nel 1752 l’eremita Athanasius a Sancto Josepho creò numerosi dubbi sulla storicità di Giovanni Nepomuk a causa di documenti riguardanti il martire contrastanti con la sua storia conosciuta fino ad allora e questo portò alla distruzione di numerose opere a lui dedicate. Successivamente il culto fu ripreso e il 1993 fu dichiarato, dall’arcivescovo di Praga, l’anno di Giovanni Nepomuk.

Anche in Italia il culto per questo martire di origine ceca è molto sentito, sono infatti numerosissime le sculture e le statue sparse nelle varie piazze della nazione e nei musei delle grandi città italiane come Livorno, Roma, Napoli, Milano e tante altre. È inoltre il patrono della città di Finalborgo, in provincia di Savona, di Stazzo, una frazione di Acireale, e di Darzo in Trentino.