Il 21 marzo la Santa Romana Chiesa commemora e ricorda San Nicola di Flue, eremita che è il Santo Patrono della Svizzera. Nicola nacque il 21 marzo del 1417 nella cittadina di Sachseln del territorio dell’odierna Svizzera e per la precisione nel cantone di Obvaldo. La sua era una famiglia abbastanza umile e che viveva di ciò che riusciva a coltivare. Suo padre si chiamava Heinrich von Flue ed era un contadino, mentre sua madre si chiamava Hemma Ruobert. Essi vivevano nella parte più periferica della cittadina svizzera e per questo portavano avanti una vita fatta di pochi divertimenti e di tanto lavoro e spirito di sacrificio. Dell’infanzia di Nicola non si sa praticamente nulla se non che aiutasse la propria famiglia nella semina, nel raccolto nei campi e in tutte quelle pratiche che contraddistinguono una vita portata avanti a contatto con la terra. Secondo i documenti storici, nel 1440 all’età di 23 anni prese parte come soldato e ufficiale alle guerre contro la dominazione della potente famiglia degli Asburgo. Le guerre durarono per quattro lunghi anni durante i quali ebbe modo di conoscere Dorotea Wiss, che presto divenne la sua sposa.



Un matrimonio piuttosto felice il loro, basato su un sentimento di amore sincero reciproco, tant’è che ebbero ben dieci figli. I suoi interessi si spostarono enormemente da quello che era il lavoro dei campi e infatti ricoprì alcune importanti cariche politiche e non, come ad esempio quella di giudice. Contemporaneamente, grazie anche a un stretto rapporto con l’amico sacerdote Heimo, incominciò ad avvicinarsi sempre di più alla religione cristiana. Durante questo periodo, si fece largo il lui la necessità di intraprendere un percorso mistico di profondità spiritualità e soprattutto aveva grande voglia di immergersi nelle preghiere in piena solitudine. Il problema, se così possiamo chiamarlo, era costituito dal fatto di essere un marito e padre di ben dieci figli. Per questa ragione, sapendo ben in animo suo che la sua scelta avrebbe comportato delle difficoltà alla propria sposa e di conseguenza ai propri figli, chiese e ottenne dalla propria famiglia il permesso di poter seguire questa sua vocazione.



Era il 16 ottobre 1467 quando decise di abbandonare la vita mondana e ritirarsi in solitudine nella valle del Ranft, dove portò avanti una vita caratterizzata dalle più aspre difficoltà, privazioni e mortificazioni del corpo per poter conseguire una maggiore contemplazione. Secondo alcune leggende, durante i venti anni in cui divenne di fatto un eremita, si nutrì solo ed esclusivamente dell’eucarestia e ovviamente dell’acqua. Pare che Nicola durante questi venti anni dimorasse in una sorta di burrone dal quale si allontanava soltanto per recarsi in chiesa per seguire la santa messa. Un altro motivo che lo spinse a lasciare il suo ritiro spirituale furono i momenti in cui la sua patria ebbe bisogno del suo aiuto con alcune battaglie che si tennero nel 1481 e nel 1482.



La sua grande fede e il suo estremo sacrificio per gli ideali della patria, lo resero molto famoso in tutto lo Stato elvetico, tant’è che furono tantissimi i curiosi che andavano a trovarlo per vedere con i propri occhi quanto fosse forte la sua fede e la sua voglia di meditazione. Diversi furono anche coloro che cercarono di emularlo e per questo decisero di costruire una cappella nel burrone, che venne consacrata dopo un paio di anni.

San Nicola seppe essere contemporaneamente un uomo profondamente religioso e timorato di Dio, e un grande politico che contribuì fattivamente alla nascita di quella che poi a distanza di qualche anno sarebbe diventata l’odierna Svizzera. San Nicola di Flue morì il 21 marzo 1487 a Sachlsen mentre è stato canonizzato e quindi fatto Santo soltanto cinque secoli più tardi, nel 1947 da Pio XII, che lo proclamò patrono della Svizzera. Da notare che in Svizzera San Nicola di Flue non viene festeggiato il 21 marzo bensì il 25 di settembre.