Papa Francesco è stato accolto ieri dal suo predecessore Joseph Ratzinger a Castel Gandolfo. Un incontro storico ripreso dal Centro Televisivo Vaticano, le cui immagini sono state diffuse ai giornalisti. Nel video si vede Jorge Mario Bergoglio ricevuto all’eliporto da Benedetto XVI, in talare e trapuntina bianca. Quindi i due Papi si sono recati nella cappella del Palazzo apostolico per pregare insieme. Joseph Ratzinger ha offerto il posto d’onore a Papa Bergoglio, che gli ha risposto prendendolo per mano ed esclamando “siamo fratelli”. Ilsussidiario.net ha intervistato Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa e autore del sito Vatican Insider.



Che cosa ha provato vedendo le immagini dell’abbraccio e dei due Papi che pregavano insieme?

Ero convinto che le immagini dell’incontro non sarebbero mai state mostrate ai media, invece sono state un grande esempio di umiltà e di semplicità. L’umiltà e la semplicità di entrambi i Papi rende quasi normale questo fatto così inedito e storicamente nuovo in duemila anni. La loro semplicità ha depotenziato ogni eventuale problema che poteva presentarsi in questa fase di passaggio di consegne.



Qual è il significato dell’incontro tra Benedetto XVI e Francesco?

La circostanza è assolutamente inedita, perché erano sei secoli che un Papa non era eletto avendo il predecessore ancora in vita. Ma è la prima volta in duemila anni di storia della Chiesa che avviene l’elezione di un Papa con un predecessore dimesso per vecchiaia, che andrà a vivere in Vaticano in uno dei palazzi apostolici del Papa. Non avevo dubbi che chiunque fosse stato eletto Papa, una delle prime cose che avrebbe fatto sarebbe stata quella di andare a salutare il predecessore. In effetti la sera stessa dell’elezione Francesco ha telefonato a Ratzinger, poi gli ha telefonato una seconda volta il 19 marzo per la festa del suo onomastico e infine ieri c’è stato quest’incontro.



Sono dei segni di un’amicizia e di un rapporto vivo che lega i due Papi?

Sì. Fin dall’inizio il nuovo Papa non ha fatto un discorso senza ricordare Ratzinger e ringraziarlo per quello che aveva fatto. Affacciandosi su piazza San Pietro ha invitato a pregare per il vescovo emerito di Roma, parlandone sempre con molto affetto. Bergoglio ha una grande stima di Ratzinger, che è ricambiata. La semplicità del Papa attuale aiuterà anche a fare rientrare la presenza contemporanea del nuovo Papa e del Papa emerito in una normalità di rapporto tra i due. Sono sicuro che da quando Ratzinger si trasferirà a vivere in Vaticano, i due si incontreranno e Francesco consulterà il suo predecessore.

Per temperamento i due Papi sono diversi. Quanto inciderà questo fatto?

A essere diversi tra loro per temperamento non sono Ratzinger e Bergoglio, ma tutti i Papi della storia. Basta pensare a Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e quindi Wojtyla. I Papi sono diversi per temperamento perché tutti noi lo siamo, l’uno rispetto all’altro. In secondo luogo sono tutti e due uomini molto riservati e umili, e hanno tutti e due una stessa concezione, basata sul fatto che la Chiesa non la fa il protagonismo del Papa, ma la conduce il Signore.

 

Quali altri tratti comuni li uniscono?

Entrambi hanno detto cose molto simili sul fatto che il protagonismo non spetta alla figura del Papa, bensì a Gesù. Un altro punto di continuità è l’attenzione per la salvaguardia del creato, ma ancora di più sul nucleo centrale di che cos’è la Chiesa. Entrambi inoltre hanno preso posizione contro il carrierismo, cioè contro l’eccesso di ambizione all’interno della Chiesa. Ci sono tanti punti di unità, e Francesco è in continuità assoluta con il messaggio più autentico e profondo di Benedetto XVI.

 

Da talune parti Benedetto XVI è stato visto però più come un uomo della Curia.

In realtà Ratzinger non è mai stato in continuità con un certo apparato, per una certa responsabilità anche dell’entourage, che talvolta ha rischiato di ingabbiare Benedetto XVI o di far credere che la profondità del suo magistero sulla questione della liturgia fosse una questione di pizzi, merletti e paramenti sempre più ricercati. Ratzinger non era questo e ci sono quindi più elementi di continuità tra Ratzinger e Bergoglio di quanto non sembri.

 

Difficile che un Papa tedesco e uno argentino si assomiglino dal punto di vista esteriore.

Certo, Bergoglio è un arcivescovo dell’America Latina, ha il carattere schietto e diretto che hanno gli argentini, e nella sua diocesi era abituato a determinate cose che continuerà a fare adesso. Bergoglio è anche una persona abituata a vivere una grande povertà personale. Nell’arcivescovado di Buenos Aires ha sempre occupato soltanto una stanza da letto con bagno, con una stufa elettrica perché quando non c’era il personale dell’arcivescovado non teneva il riscaldamento acceso…

 

(Pietro Vernizzi)

Leggi anche

IL PAPA E LA GUERRA/ Mentre la carne sanguina, il realismo della pace viene solo dal VangeloPAPA FRANCESCO/ Lo sguardo di Bergoglio su ambiente, economia e guerreUCRAINA, RUSSIA, EUROPA/ "Dal corpo di pace alla dittatura Ue, cosa mi ha detto papa Francesco"