Oggi, domenica 24 marzo, secondo il calendario liturgico della Chiesa cattolica si festeggia Santa Caterina di Svezia, protrettrice contro gli aborti. Il vero nome è in realtà Catarina Usfdotteri e nacque nell’anno 1331, mentre secondo alcune antiche fonti morì nel paesino di Vadstena il 24 marzo del 1381. Caterina apparteneva all’ordine del Santissimo Salvatore ed è stata proclamata santa da papa Innocenzo VIII nel 1484. Santa Caterina ha ereditato l’amore verso la volontà di Dio da sua madre Brigida, anch’essa santificata nel 1391: in giovane età, contro la sua volontà, Caterina fu costretta dal padre a sposare il conte svedese Kyren, ma subito dopo, trovando supporto da parte del marito che la imitò, fece voto di castità. All’età di vent’anni diventò vedova, suo marito Kyren morì mentre lei si trovava a Roma con la madre per la celebrazione del Giubileo. E’ allora che Caterina iniziò a seguire sua madre per aiutarla nelle sue attività religiose e in particolare a gestire la comunità cenobitica che Santa Brigida aveva istituito a Vadstena per accogliere uomini e donne che volevano vivere in clausura seguendo l’esempio di vita religiosa e le regole trasmesse da San Bernardo da Chiaravalle. 



Dopo la morte della madre, Caterina entrò nel monastero di Vadstena e nel 1380 ne fu nominata badessa. Successivamente tornò a Roma per seguire il processo per la canonizzazione di sua madre e per ricevere il consenso da parte della Regola dell’ Ordine del SS. Salvatore. Una leggenda narra che durante quest’ultimo soggiorno a Roma la badessa mise in salvo la città di Roma da una grave inondazione causata dal fiume Tevere. Di questo suo miracoloso salvataggio esiste un dipinto nella cappella di Palazzo Farnese a Roma che illustra questa leggenda e l’opera della santa. 



Il nome Catarina, tradotto nella lingua italiana come Caterina, ha origine greca e significa donna pura e per l’appunto la Santa rispecchiava questo aggettivo per via del suo voto di castità e di devozione in onore del Signore.

 In ogni suo pellegrinaggio e in ogni sua avventura, sia quelle in compagnia della sua cara madre sia in quelle in cui era da sola, ogni volta che Caterina si trovava in pericolo o in difficoltà veniva aiutata da forze in modi fuori dal normale: questo particolare della sua vita viene illustrato nei vari dipinti a lei dedicati, con un cervo che le è sempre accanto, animale che secondo le leggende più di una volta le ha salvato la vita.