Cosima Serrano è del tutto estranea alla morte della nipote Sarah Scazzi. Lo afferma il suo legale, Francesco De Jaco. Per la donna e la figlia Sabrina Misseri è stato chiesto l’ergastolo, ma la difesa – composta dall’avvocato De Jaco e dall’avvocato Luigi Rella – punta all’assoluzione da tutte le imputazioni che le gravano addosso (omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere). Quello che è ormai comunemente noto come “il delitto di Avetrana”, consumatosi il 26 agosto 2010, è uno dei casi mediaticamente più seguiti dei ultimi tempi, sia per i contorni della vicenda per nulla chiari e delineati, sia per l’ambiguità degli attori che vi hanno preso parte. L’avvocato De Jaco dà la colpa a tutti i riflettori puntati addosso ai protagonisti del caso il fatto che il processo non si sia ancora concluso e che la sentenza potrebbe pendere a sfavore di colei che difende. In queste ultime ore si aggiugne poi un fuori onda colto in aula tra il presidente della Corte e un giudice a latere che sembrerebbe anticipare una sentenza già decisa. In questa intervista l’avvocato difensore racconta a ilsussidiario.net come a suo modo di vedere sono andati i fatti. E come sono stati distorti.



In che modo l’accusa ritiene che la sua assistita – che, di primo acchito, potrebbe apparire come la mente del delitto di Sarah Scazzi – sia coinvolta nei fatti?
L’accusa non sostiene affatto che Cosima Serrano sia la mente orchestratrice dei fatti, come i media hanno fatto credere. Noi abbiamo difeso la signora Serrano accusata di essere una concorrente in un probabile omicidio per impeto, il che è ben diverso.



E quali sarebbero le prove del suo concorso nell’omicidio?
Si tratta di testimonianze che per la difesa non sono accettabili in quanto fortemente contraddittorie: come le parole di Anna Pisanò, amica di Sabrina ritenuta testimone credibile dal pm, ma che noi abbiamo documentato come false attraverso atti ufficiali. La sua testimonianza è in più luoghi non veritiera: dichiarò di aver visto Sara a casa dei Misseri il giorno della sua scomparsa, imbronciata, circostanza negata da altri tre testimoni compresa la madre Concetta; disse di aver visto, in altra circostanza, il cane di famiglia transitare dalla famosa porta interna del garage, mentre i rilevamenti dei Carabinieri hanno dimostrato che quei luoghi erano intonsi, e non erano stati oggetto di transito recente a causa degli evidenti segni di vetustà. Sostenne anche che la mattina del 26 agosto Sarah era amareggiata, ma anche questo è stato confutato da altre testimonianze.



Ha detto che anche le parole di Giovanni Buccolieri, che disse di aver visto Cosima costringere Sarah a salire sulla sua auto, non sono attendibili. 

Quello del Buccolieri è un vero e proprio “sogno”, e la moglie conferma che il giorno 26 agosto tornò a casa sereno e per nulla turbato. È in seguito al suo famoso “sogno”, poi, che tutti gli altri testimoni, che prima concordavano sul fatto che Sarah fosse uscita di casa alle 14.30, iniziano a ritrattare confusamente la loro versione spostando gli orari in cui dicono di averla vista. Per di più è strano che una donna, come la Serrano, che quella notte era uscita alle tre per lavorare nei campi, dopo 8 ore di lavoro in campagna con 36 gradi, fosse uscita in macchina per inseguire la nipote che abitava a 100 metri da lì… Quale omicida si comporterebbe così? Queste – e altre – sono tutte le incongruenze della vicenda.

E quindi chi è stato a uccidere Sarah, secondo lei?
Non secondo me, secondo le prove che ci sono da quando è iniziato il processo, ma anche prima: da quando cioè, Michele Misseri continua ad autoaccusarsi dell’omicidio: spiega come, perché e quando. Che cosa si vuole di più di questo? E lui, sottolineo, non ha mai ritrattato. Cambia versione solo per 15 giorni: com’è possibile che la stampa e i media non si rendano conto come sia pericoloso sottolineare solo la ritrattazione di quelle due settimane? È fuoriviante che di tutto quello che ha detto Misseri, l’opinione pubblica sia costretta dai media a ricordare solo di quel frammento, di quei 15 giorni nei quali ritratta.