Si amplia il caso Aldrovandi, adesso che arriva la protesta furente del Coisp, il sindacato di polizia, che non teme di attaccare i più alti vertici dello stato. Un caso scoppiato ieri quando un sit in di alcuni poliziotti in difesa dei loro colleghi condannati per la morte di Federico Aldrovandi  si tiene proprio nelle vicinanze del comune di Ferrara dove lavora la madre del giovane morto. Per la morte dello stesso, avvenuta nel 2005, sono stati condannati infatti alcuni poliziotti, quattro in tutto. La madre di Federico visto il sit in decide di scendere per strada con la foto del figlio morto: su tutti i media scoppia il caso, i poliziotti che manifestano vengono accusati nel migliore dei modi di provocazione. La donna minaccia querele. Interviene anche il ministro Cancellieri che attacca pesantemente quei poliziotti dicendo che non rappresentano lo stato. Oggi l’intervento del sindacato di polizia che per prima cosa chiarisce che i poliziotti manifestanti ignorassero che nel comune di Ferrara lavorasse la mamma di Federico e che il luogo era stato scelto solo perché il cuore della città. Poi le accuse: “Rispediamo ai vari mittenti tutte le accuse ingiuste, infondate e strumentali rivolte ieri a gente che svolge il proprio lavoro e tiene fede al proprio ruolo”. Il comunicato dice poi che la manifestazione era stata fatta perché i colleghi condannati non dovrebbero stare in carcere come prevede anche la legge. Aggiungendo: “perché abbiamo reagito all’unico irresponsabile risultato di tanta sofferenza: bollare gli appartenenti alle forze dell’ordine come potenziali torturatori, da marchiare come bestie perché non sono in grado di svolgere il proprio lavoro”. Non si parla mai, si dice ancora, dei poliziotti aggrediti e massacrati: perché? Perché la politica è ipocrita: “Tecnici superficiali e voltagabbana, e sindacati che se ne restano accuratamente e vergognosamente al riparo da discussioni difficili e scomode non fanno che aggravare lo stato di migliaia di uomini e donne che non hanno microfoni a cui parlare”. Ed ecco le accuse al ministro. “Prima fra tutti il Ministro, Annamaria Cancellieri, che senza preoccuparsi di capire come stessero le cose, ha parlato a sproposito di offese a una famiglia e una madre che noi rispettiamo totalmente, e di mancato rispetto di sentenze e di Istituzioni, che non ci è mai appartenuto”.



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