Enzo, te avevi (ed hai!) un grande cuore
Conoscerti per me fu un grande onore
Al Lirico, in quell’ottantacinque
A cinquant’anni da quel trentacinque
Che ti vide sbocciar in quel di Milano
La tua è stata una vita da mediano:
Scansasti e riscansasti i vani onori
Cantando solamente per quei cuori
Puri e per chiunque in vita abbia lottato
Senza il timore di essere oscurato
Né pretendendo di venir osannato:
Le estati tue trascorresti distante
Dalla folla festante ma ingombrante
La tua natura, in fondo assai schiva
Non come qualche ochettina giuliva…
…E ve ne sono anche nel sesso “forte”
Quei che al successo bussano alle porte
Disposti a tutto, anche a portar la morte
In cambio di un minuto alla tivù
Mai troppo amata dal buon Gaber e tu
Non foste di essa schiavi come i più
Giusto un’oretta da Simona e Fazio
A sostenere il Milan, gioia e strazio
Quello squadrone, colmo di alti e bassi
Più volte fece sì che lo cantassi
Dall’Inno del tuo gran “Mi – Mi – La – Lan!”
Più le volte che lo avesti a citar
Per non parlare della Vincenzina
Quando a San Siro si guastò quel clima
Di diavoletti vincenti e anche schietti
Nei mitici sessanta, gioia e tanta
Col Golden – Boy, amato e venerato
Dall’uomo, dal medico e dal cantante
Pagine liete ne scriveste tante
Sempre le rivivremo tutte quante!
(Mauro Maiali)