Il 30 marzo si festeggia San Leonardo Murialdo, uomo di origini torinesi, nato il 26 ottobre del 1828. Leonardo nasce da una famiglia benestante, che gli impartisce una sana e rigida educazione cattolica e a soli otto anni inizia a frequentare il Collegio degli Scolopi, a Savona. Nonostante sia cresciuto insieme ad altri otto fratelli, quando rimane orfano di padre, a soli cinque anni, Leonardo patisce molto la solitudine e la mancanza di un riferimento paterno. È anche per questo che giovanissimo si avvicina alla fede: in cerca di risposte, conforto e rassicurazioni. La formazione religiosa già inizialmente impartita in famiglia si rafforza quando nel 1836 entra a far parte del Collegio degli Scolopi: sono questi gli anni in cui sente una vocazione molto forte, un preciso richiamo verso la fede che lo porterà, nel 1845 a soli 17 anni a tornare a Torino e a iscriversi alla facoltà di Teologia con l’idea di intraprendere, successivamente, la via del sacerdozio. E infatti terminati gli studi, appena pochi mesi dopo aver perso la tanto amata madre, Leonardo prende i voti e viene ordinato sacerdote: è il 1851. Torino è una città dura e ostile, e in particolar modo lo è il quartiere dove Leonardo inizia il suo apostolato.



Nel quartiere di Vanchiglia, a ridosso del Po, il giovane sacerdote inizia a occuparsi dei ragazzi più poveri, gli orfani, quelli appartenenti a famiglie disagiate, dedicandosi a essi anima e corpo, presso l’oratorio di quartiere. Fondamentale, nel 1857, è l’incontro con Don Bosco, da sempre impegnato nel sociale già fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Successivamente, nel 1865, Leonardo parte alla volta di Parigi per poi raggiungere Londra, un po’ per approfondire gli studi, un po’ per entrare in contatto con realtà nuove, dal respiro europeo, e infatti rientra a Torino dopo un anno di studi e ricerche e inizia a insegnare presso il Collegio Artigianelli, una realtà dove i ragazzi sono non solo istruiti ma anche formati per imparare un mestiere, così che siano più facilmente introdotti nel mondo del lavoro.



Negli stessi anni fonda inoltre la Confraternita laicale di San Giuseppe e successivamente viene posto a capo dell’oratorio di San Martino all’interno del quale sempre si occupa dei giovani, dei loro bisogni e soprattutto della loro formazione primaria e secondaria. Non solo i ragazzi al centro del suo apostolato, ma anche le giovani donne, le operaie rimaste vedove, o coloro che bisognano di assistenza. A questo scopo intorno al 1870 intraprende diversi viaggia nel sud dell’Italia per entrare in contatto con le realtà rurali e contadine a lui sinora sconosciute. Fortemente persuaso dell’importanza della formazione, della conoscenza e dell’istruzione si occupa di diffondere cultura presso tutti i ceti, da quelli più bassi a quelli socialmente più elevati e a questo scopo dà anche il via a una piccola attività editoriale: fonda infatti “La voce dell’operaio”, il settimanale diocesano che ancora oggi viene pubblicato, col nome però di “La voce del popolo”. Sono anni di attività molto frenetica, Leonardo è impegnato su mille fronti e porta a casa tanti successi, tante soddisfazioni, umane e professionali. 



Ma nel 1877 si ammala gravemente: ha poco più di 50 anni e tanta voglia di fare ancora, e la sua fede lo premia: dopo un incontro miracoloso con Don Bosco, che predice un’imminente guarigione, Leonardo si riprende da una malattia che lo dava per spacciato e ritorna al lavoro più energico che mai: fonda una colonia agricola nel piccolo comune torinese di Rivoli destinata sempre ai ragazzi e decide di estendere oltre confine la sua Congregazione. Tuttavia la sua continua lotta al fianco dei poveri e dei disadattati, non fa che impoverire le casse del Collegio che di fatto patisce una grave situazione finanziaria. Senza darsi per vinto Leonardo decide di fondare una cassa di mutuo soccorso (attingendo per altro a beni propri, alle casse della sua famiglia) e accanto a essa un ufficio di collocamento cattolico, e tutta una serie di servizi connessi, come case famiglie e dopo lavoro per gli operai, piuttosto che corsi di catechismo serali. Il suo impegno nei confronti della classe operaia lo porta anche a condurre delle vere e proprie battaglie sindacali. Instancabile e indefesso Leonardo porta avanti le sue battaglie per i poveri e gli oppressi fino alla morte, avvenuta a seguito di una brutta polmonite il 30 marzo del 1900. Viene beatificato da Paolo VI nel 1963 e canonizzato nel 1970.