Il processo sulla morte di Sarah Scazzi, risalente ormai all’agosto del 2010, alle battute finali. Ci son voluti ben quattro giorni di requisitoria da parte del pubblico ministero per formulare la richiesta di condanna: ergastolo per Sabrina Misseri e sua madre Cosima ritenute colpevoli tutte e due dell’uccisione della ragazzina, nove anni per Michele Misseri per occultamento di cadavere. Chiesta la condanna a otto anni anche per il fratello e il nipote di Michele, che lo avrebbero aiutato a nascondere il corpo di Sarah. La motivazione del gesto? Un banalissimo delitto d’onore, non premeditato, ma scaturito da uno scatto d’ira secondo il pm: non si sarebbe voluto che Sarah rendesse note in famiglia e nel paese di Avetrana le vicende a sfondo sessuale della cugina. Per il criminologo Francesco Bruno, contattato da ilsussidiario.net, “la ricostruzione dell’omicidio avrà pure una consistenza logica e apparentemente fondata, ma il problema qua è che non esiste uno straccio di prova concreta contro Sabrina e Cosima”.



Richiesta di ergastolo, omicidio d’onore: qual è il suo parere? Mi sembra che sostanzialmente non ci siano elementi precisi per sostenere una ipotesi o un’altra nei confronti di Sabrina e della madre Cosima. Certamente una richiesta di questo tipo, quella formulata dal pm, soddisferà la gran parte della gente.



Intende dire che si cerca di placare l’opinione pubblica, ma mancano le prove? L’ipotesi del delitto da parte delle due donne è una delle tante, intendo il delitto motivato dal tentativo di chiudere la bocca a Sarah perché non rivelasse queste – peraltro presunte – attività a sfondo sessuale della cugina con Ivano o chissà chi altro. La mia idea se la verità è questa è che invece nell’uccisione di Sarah ci siano dietro ipotesi ben più significative.

Quali? Un odio vero e proprio tra le due famiglie, quella di Sarah e quella di Sabrina.

Lei comunque ritiene che manchi la prova decisiva dell’omicidio. Esattamente, se ne sono sentite dire tante su questo caso ma sempre di ipotesi si tratta. Nessuno può venir condannato senza un briciolo di prova, tanto più una pena come l’ergastolo. Si può anche dire che da un punto di vista scientifico e giuridico le cose potevano andare in modo diverso, si potevano fare cioè le indagini in modo più accurato e significativo.



La ricostruzione del pubblico ministero però sembra sensata. In fondo non si tratterebbe di un omicidio premeditato, ma di un banalissimo scatto d’ira verso Sarah. Ma infatti non mi sento di dirmi in disaccordo con la ricostruzione fatta dal pubblico ministero, anche se come detto ritengo che ci sia qualcosa di molto più importante che il semplice desiderio di impedire che il paese venisse alla conoscenza di presunte attività sessuali di una ragazzina come in fondo era Sabrina ai tempi. Probabilmente il pubblico ministero è nella verità, ma ripeto: le prove non ci sono. 

Però anche lei riconosce una fondatezza nella ricostruzione del caso. 

Sì, non ho problemi ad ammetterlo, la ricostruzione ci sta. Quello che però sottolineo è che se Sabrina e Cosima hanno veramente ucciso Sarah, dietro ci sono motivazioni ben più serie, che risalgono a fatti molto più lontani nel tempo e che hanno a che fare con la madre di Sarah e quindi con la sua famiglia.

Insomma, sembra di capire che se anche si arrivasse alla condanna come richiesto dal pubblico ministero delle due donne, rimarrà sempre il dubbio che il caso non sarà mai davvero risolto. Il dubbio rimarrà per sempre. Lo potrebbero spazzare via solo loro due, Cosima e Sabrina, ma ovviamente sarebbero folli se lo facessero. 

E di Michele Misseri, grande protagonista di questa vicenda, alla fine che giudizio diamo? Uno solo, qualunque sarà la sentenza finale, di colpevolezza o di innocenza: era e rimane una nullità totale.