Don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha rilasciato una intervista curata da Adriana Masotti a Radio Vaticana. Una intervista realizzata per ricordare l’importanza della figura di Benedetto XVI alla luce delle sue recenti dimissioni e mentre sta per iniziare il Conclave che eleggerà il suo successore. Un momento delicato e ricco di aspettative. Carrón si sofferma però sull’importanza e il significato del pontificato appena concluso. In sostanza, per il responsabile di Cl, quel di Benedetto è stata “una testimonianza della pienezza che solo la fede in Gesù Cristo può dare alla vita di ogni uomo”. Nell’intervista viene toccato anche il significato della figura del Papa per il movimento di Comunione e Liberazione, che Carrón ha riassunto nella sua essenza di testimone di Cristo, e nell’audacia e grandezza di mostrare la “la pertinenza della fede alle esigenze della vita”. La partecipazione dell’allora Cardinale Ratzinger ai funerali di don Luigi Giussani, continua Carrón rimarrà sempre nei ricordi degli aderenti al movimento, per il fatto di aver voluto presiedere i funerali stessi e aver detto quello che ha detto su don Giussani.
Altro momento particolare l’udienza concessa in Piazza San Pietro al movimento e, ancora, l’amicizia concessa ai membri della Fraternità di San Carlo Borromeo. Carrón spiega che però “sarebbe però riduttivo fermarsi soltanto a questi gesti, perché per noi Benedetto XVI è stato una compagnia costante, una luce che ci ha aiutato a vivere la fede oggi, che ce l’ha resa interessante, che ci ha fatto capire qual è il valore della ragione nel rapporto con la fede”. Aggiungendo che “non possiamo non entrare in dialogo con le domande degli uomini, non possiamo mai dimenticare che l’iniziativa è sempre di Dio e che il cristianesimo è un avvenimento che accade nella vita e che la risveglia e che non può ridurre la vita della Chiesa a una organizzazione. Tutto questo è quello che è stato per noi: qualcosa di prezioso per la nostra storia”.
Riguardo invece alle aspettative in questo momento di pre Conclave degli appartenenti a Comunione e Liberazione, Carrón spiega che tutti loro attendono nella preghiera: “Preghiamo perché il Signore ci dia il Pastore di cui la Chiesa oggi ha bisogno, chiediamo che il Signore e lo Spirito illuminino i cardinali affinché possano identificare – secondo il disegno di Dio – la persona che il Signore ha scelto per guidare il suo popolo. Siamo in attesa, come tutta la Chiesa, trepidanti, ma allo stesso tempo con la pace che il gesto di rinuncia di Benedetto XVI ci ha trasmesso”.
E’ la certezza della presenza di Cristo nella Chiesa, spiega, quello che ha reso possibile il gesto di Papa Benedetto. “Per questo siamo totalmente fiduciosi, perché la presenza di Cristo adesso è più palese che mai”. Per il responsabile della Fraternità di Cl, l’immagine che riassume la testimonianza di questo Papa è il volto lieto, solare, radioso “con cui ci ha salutato prima che il portone di Castel Gandolfo venisse chiuso, perché questa letizia che abbiamo visto nel suo volto dice tutto su cos’è per lui Cristo. Solo la presenza reale di Cristo può riempire la vita di un uomo, fino a farla traboccare di questa pienezza che abbiamo visto. Questo è quello che esprime un’immagine, un’esperienza umana che abbiamo visto davanti a noi: qual è la natura del cristianesimo a cui il Papa ha cercato costantemente di introdurci e di testimoniare in ogni modo, cioè come solo Cristo possa rispondere a questa sete di vita che ciascun uomo ha, e la faccia lieta vuol dire che questa risposta c’è. È questa la chiave per capire il suo magistero e tutto quanto quello che lui ci ha comunicato”.
Infine un auspicio, un augurio su come dovrà essere il nuovo Papa: “Un uomo di fede, appassionato di Cristo, che risvegli sempre di più la nostra fede perché possiamo riscoprire qual è la sua bellezza, qual è la sua capacità di rispondere a tutte le sfide della vita e avere uno a cui guardare per imparare a diventare cristiani in questi tempi in cui siamo chiamati a vivere la fede.