Si è tenuta la nuova udienza del mercoledì, ancora una volta all’aperto in piazza San Pietro davanti a migliaia di persone. La catechesi di oggi era dedicata al significato salvifico della Risurrezione di Gesù e sul perché senza di essa la nostra fede è vana. il Papa ha commentato così la prima lettera di San Pietro: “La nostra fede si fonda sulla Morte e Risurrezione di Cristo, proprio come una casa poggia sulle fondamenta: se cedono queste, crolla tutta la casa. Sulla croce, Gesù ha offerto se stesso prendendo su di sé i nostri peccati e scendendo nell’abisso della morte, e nella Risurrezione li vince, li toglie e ci apre la strada per rinascere a una vita nuova” ha detto. Ha quindi sottolineato come San Pietro ci abbia detto che con la Risurrezione accade qualcosa di assolutamente nuovo: la liberazione dalla schiavitù del peccato e il diventare figli di Dio. Tutto ciò accade con il Battesimo, ha detto, e l’intervento dello Spirito Santo. “Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio. E questo è il più grande dono che riceviamo dal Mistero pasquale di Gesù. E Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo. Già nell’Antico Testamento, il profeta Isaia affermava che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento (cfr 49,15). E questo è bello, è bello!” ha detto ancora. Ha poi detto come tutto questo debba avvenire ogni giorno perché la tentazione di lasciare Dio da parte per mettere al centro noi stessi è sempre alle porte. E’ dunque necessaria, ha proseguito, avere noi per primi questa speranza ed esserne segno visibile: “La speranza non delude, quella del Signore. Quante volte nella nostra vita le speranze svaniscono, quante volte le attese che portiamo nel cuore non si realizzano! La speranza di noi cristiani è forte, sicura, solida in questa terra, dove Dio ci ha chiamati a camminare, ed è aperta all’eternità, perché fondata su Dio, che è sempre fedele”. Ha concluso invitando a rispondere a chi ci chiede ragione della nostra speranza indicando Cristo Risorto: indichiamolo con l’annuncio della Parola ma soprattutto con la nostra vita di risorti. Il nostro, ha detto, è un servizio prezioso per aiutare questo mondo che non riesce più a sollevare lo sguardo verso l’alto, verso Dio.