Mi piacciono sempre molto gli articoli di Cristiana Caricato e le sue apparizioni televisive: mi riferisco, in particolare, all’articolo che giustamente avete intitolato “L’eredità di Benedetto dietro l’effetto Bergoglio”. In effetti, non vorrei che il diavolo (di cui Francesco parla spesso) ci mettesse la coda, operando, attraverso lo strumento di commentatori superficiali e interessati, una sorta di divisione tra Papa Francesco ed i suoi giganteschi predecessori, che peraltro Egli continua a citare.



C’è una sottolineatura di alcuni aspetti umanissimi e “simpatici” di Francesco che tendono a far dire “finalmente”, “era ora”, dimenticando che il terreno su cui ora lavora con tanto contagioso entusiasmo l’attuale Papa è stato preparato da una serie di Papi santi e dalla statura storica imponente. Paolo VI ha fatto attraversare alla navicella di Cristo un periodo storico particolarmente tormentato con la sua sensibilità forte e drammatica. Giovanni Paolo II ha dato alla Chiesa un impulso missionario straordinario, riportando al centro dell’annuncio la persona stessa di Cristo. Benedetto XVI, con la sua lucidissima intelligenza e cultura, ha dato alcune risposte decisive alle problematiche più attuali delle tendenze culturali contemporanee.



Cristo, prima di morire, ha pregato per l’unità dei cristiani: tale unità può essere messa in pericolo non solo quando si cerca di spaccare la comunità cristiana, ma anche quando si tenta di dividere la Chiesa nel tempo, dividendo la sua millenaria storia in Papi buoni e cattivi, a seconda delle tendenze equivoche dei nemici della Chiesa e non secondo un criterio oggettivo basato su una visione di fede. Insomma, anch’io “non vorrei che si prendesse sotto gamba quello che questo sant’uomo va dicendo”. 

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